Bianco, Mónte-

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massiccio delle Alpi Graie, al confine tra l'Italia, la Francia e la Svizzera; con i suoi 4807 m di altezza costituisce la massima elevazione del sistema alpino e anche dell'Europa. Orientato in direzione SW-NE, è ben individuato a S e a E dalle valli Veny e Ferret, percorse dai due rami sorgentiferi della Dora Baltea che si congiungono presso Entrèves, e a N dalla val di Chamonix, percorsa dal fiume Arve. Grande massiccio cristallino, è costituito in prevalenza da un nucleo granitico (il cosiddetto “protogino”), in parte metamorfosato in gneiss e micascisti, circondato alla periferia da un anello di micascisti e calcescisti la cui età va dal Permo-Carbonifero al Mesozoico. Al nucleo centrale, formatosi durante l'orogenesi ercinica, si sovrapposero, durante quella alpina, potenti falde di ricoprimento che, rapidamente intaccate dall'erosione, hanno messo a nudo il nucleo centrale più antico. La dissimmetria dei versanti, caratteristica di tutta la catena alpina, è ben evidente anche nel Monte Bianco, che verso N scende con pendii assai più dolci di quelli meridionali. Sul versante francese si ha il maggior sviluppo dei ghiacciai, con il Glacier du Géant-Mer de Glace (45 km²), il Glacier de Trélatête, il Glacier de Bionnassay, il Glacier des Bossons ecc.; sul versante italiano i più estesi ghiacciai sono quelli del Miage (11 km²), della Brenva (7 km²), del Triolet (4 km²), della Lex Blanche e quello di Pré de Bar. Alcuni ampi ghiacciai si trovano anche sul versante svizzero (Glacier de Saleina, Plateau du Trient). Dal fondovalle sin verso i 2500 m le pareti del massiccio appaiono lisciate dall'azione erosiva dei ghiacciai, che in passato giungevano sino all'attuale fondovalle, e i terrazzi vallivi sono spesso incisi da profondi canaloni. Oltre tale quota gli agenti meteorici e i ghiacciai hanno profondamente intaccato la roccia granitica che, interessata da numerose fratture, presenta creste dentellate e punte e guglie di straordinaria bellezza e di eccezionale interesse alpinistico: tra le più note si possono citare le Grandes Jorasses, l'Aiguille Verte (4122 m), il Dente del Gigante, l'Aiguille d'Argentière (3900 m), l'Aiguille du Midi e l'Aiguille du Dru (3754 m). Pochi passi, difficilmente superabili (colle del Gigante, 3369 m), intaccano la massiccia mole del Monte Bianco; neve e ghiaccio formano potenti strati sull'ampia cupola che costituisce la vetta più elevata, raggiunta per la prima volta nel 1786 da J. Balmat e M.-G. Paccard. Il Monte Bianco ha sempre esercitato un enorme fascino sugli alpinisti e sui turisti che, in numero sempre crescente, affluiscono verso i centri dislocati sulle sue pendici, tra cui primeggiano Courmayeur e Chamonix-Mont-Blanc. Da La Palud, presso Entrèves, all'imbocco della val Ferret, si diparte l'ardita funivia che, toccato il rifugio Torino (3375 m) e l'Aiguille du Midi, raggiunge Chamonix-Mont-Blanc. Nel 1965 è entrata in servizio una galleria stradale, lunga 11.600 m, che, sottopassando il massiccio del Monte Bianco, collega l'Italia (Entrèves) con la Francia (Les Pélerins), consentendo in ogni stagione il traffico automobilistico tra i due Paesi. Nel marzo 1999 la galleria fu teatro di uno spaventoso incendio che causò la morte di 39 persone e richiese ingenti lavori per la riattivazione del traffico (avvenuta nel marzo 2002) e l'adeguamento a più efficaci misure di sicurezza. In francese Mont-Blanc.

Bibliografia

G. Dainelli, Il Monte Bianco, Torino, 1926; M. Brégeault, La catena del Monte Bianco, Novara, 1928; L. e A. Bertolini, Guida sciistica della catena del Monte Bianco e delle valli attigue, Milano, 1939; S. Saglio, La catena del Monte Bianco dal Rifugio Elisabetta à la Lex Blanche, Milano, 1953; T.C.I. e C.A.I., Monte Bianco, 2 voll., Milano, 1963 e 1968; C. Zappelli, Alti sentieri attorno al Monte Bianco, Bologna, 1969; W. Bonatti, Magia del Monte Bianco, Appiano Gentile, 1984.

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