Brónzo, Età del-

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periodo preistorico, compreso tra l'Eneolitico e la cosiddetta Età del Ferro, caratterizzato dalla scoperta e dalla diffusione della metallurgia del bronzo. La datazione dell'Età del Bronzo varia a seconda delle diverse zone geografiche: III millennio a. C. ca. per i Paesi del Mediterraneo orientale e il Vicino Oriente e II millennio a. C. ca. per l'Europa occidentale. La scoperta del bronzo nacque dalla necessità di sostituire il rame, primo metallo scoperto, che poco si prestava a forgiare armi e utensili perché troppo fragile. La produzione del bronzo fu favorita da alcune circostanze, come l'esperienza acquisita nelle precedenti lavorazioni e il fatto che in taluni minerali oltre al rame vi era anche dello stagno, la cui fusione col rame diede il bronzo . Prese così sviluppo un attivo commercio della nuova materia prima proveniente dalle miniere di stagno dell'Arcipelago Britannico, della Penisola Iberica, dei monti Metalliferi, oltre che di alcune altre località della Francia e dell'Italia. Il bronzo sostituì così in breve tempo il rame per la fabbricazione di armi e arnesi , mentre persistette ancora l'impiego della pietra per le asce levigate e le punte di freccia. In tutta Europa l'Età del Bronzo si caratterizzò per l'emergere di un ceto guerriero, ben rappresentato dalle sepolture delle facies di Aunjetitz, di El Argar e del Wessex, che, pur essendo basato sul rango, esercitava un potere di controllo sull'accesso alle risorse metallifere. Dell'importanza crescente del bronzo, anche in funzione di mezzo di scambio, sono testimonianza i numerosi ripostigli di oggetti, interi o frammentari, rinvenuti. L'Età del Bronzo vede anche lo sviluppo delle colture arboricole (olivo e vite) nelle province mediterranee, dell'artigianato e del commercio. È durante quest'epoca che sorgono aggregati umani di dimensioni consistenti, a volte veri e propri centri protourbani , e che si afferma ovunque l'uso di aree formali di seppellimento. Quanto al rituale funerario, le necropoli a inumazione in cavità naturali o a tumulo prevalgono nella fase più antica del periodo, quelle a incinerazione nella fase più recente. L'ampia diffusione di questo complesso rituale e la presenza in tutto il continente delle incisioni rupestri e delle figurazioni simboliche sui bronzi indicano notevoli progressi nel campo dell'ideologia e della religione. Nell'Italia peninsulare, dopo la fase più antica (2300-1700 a. C.) si distinguono, nella media e recente Età del Bronzo (1700-1200 a. C.), due province: quella terramaricola, al Nord, caratterizzata da un'economia di tipo agricolo; quella appenninica, nel Centro-Sud, a forte componente pastorale. Nell'Età del Bronzo finale (1200-900 a. C.) tutta la penisola sembra accomunata dall'aspetto culturale protovillanoviano. Appare diversa l'evoluzione della Sicilia, anche in virtù di più stretti contatti con il mondo egeo, mentre in Sardegna tutta l'Età del Bronzo è caratterizzata dalla fioritura della civiltà nuragica, con costruzioni megalitiche che presentano analogie con i talayots balearici e con le “torri” della Corsica. Di grande interesse storico è lo sviluppo dei contatti con i Micenei, le cui prime manifestazioni, in Sicilia e in Italia meridionale, risalgono alla metà del secondo millennio a. C., per poi estendersi alla Sardegna e all'Italia centrale.

Bibliografia

G. Childe, Preistoria della società europea, Firenze, 1958; S. M. Puglisi, La civiltà appenninica, Firenze, 1959; A. M. Radmilli, Piccola guida della preistoria italiana, Firenze, 1965; R. Peroni, L'età del Bronzo nella penisola italiana. I. L'antica età del Bronzo, Firenze, 1971; J. M. Coles, A. F. Harding, The Bronze Age in Europe, Londra, 1979; T. Champion, C. Gamble, S. Shennan, A. Whittle, Prehistoric Europe, Londra, 1984; R. Peroni, Protostoria dell'Italia continentale. La penisola italiana nelle età del Bronzo e del Ferro, Roma, 1989.

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