sm. e agg. [da Olduvai, Tanzania]. Insieme di industrie litiche del Paleolitico inferiore ritrovato nell'imponente sequenza ininterrotta di depositi compresi tra 1.800.000 e 500.000 anni circa a Olduvai in Tanzania. I depositi più antichi sono suddivisi in quattro livelli principali (dal basso in alto Bed I, II, III e IV); al di sopra del Bed IV esistono altri livelli più recenti (Masek, Ndutu e Naisiusiu, quest'ultimo con industria microlitica datata a ca. 17.000 a. C.) riferiti al Pleistocene superiore.

Le ricerche

Le ricerche, iniziate verso il 1910, portarono alla scoperta (1913) da parte di H. Reck di due scheletri attribuiti al tardo Pleistocene (Uomo di Olduvai). Dal 1930 fino alla fine degli anni Ottanta del sec. XX il giacimento fu esplorato e studiato da L. S. B. e M. D. Leakey, con l'apporto di numerosi specialisti, tra cui si ricordano in particolare per la geologia R. L. Hay e per la paleoantropologia Ph. V. Tobias. Dal 1986 un gruppo di ricercatori diretti da D. Johanson ha ripreso l'esplorazione del giacimento che ha portato alla scoperta di diversi resti di un ominide (OH 62), riferito a una femmina adulta di Homo habilis.

L'Olduvaiano

Nei livelli di base (Bed I), sovrapposti a una colata di basalto, sono stati scavati numerosi siti con industria su ciottolo e su schegge denominata Olduvaiano in associazione con faune del Pleistocene inferiore e, talvolta, con resti di ominidi riferiti a Australopithecus robustus (i resti del cosiddetto Zinjanthropus boisei vennero scoperti dai Leakey nel 1959 e nel 1960) e a Homo habilis. Diversi tipi di insediamenti sono stati scavati nel Bed I: vaste paleosuperfici, siti di frequentazione temporanei e siti di macellazione di elefante in un ambiente ai margini di un lago. Verso la parte mediana del soprastante Bed II, intorno a ca. 1.500.000 anni, si assiste a importanti modificazioni sia di carattere ambientale (prosciugamento del lago e formazione di una savana aperta), sia per quanto attiene alla composizione dei complessi litici e agli Ominidi a essi associati.

L'Olduvaiano evoluto

All'Olduvaiano segue l'Olduvaiano evoluto, l'Australopithecus robustus scompare e, intorno a ca. 1.200.000 anni, è presente a Olduvai l'Homo erectus. Gli ultimi rappresentanti di Homo habilis sono datati a ca. 1.500.000 anni. Contemporaneamente ai siti dell'Olduvaiano evoluto si rinvengono, a partire da questo momento, siti con industrie a bifacciali e hachereaux dell'Acheuleano. Nell'interpretazione di M. D. Leakey, Olduvaiano evoluto e Acheuleano sono attribuiti a gruppi umani distinti con tradizioni tecnologiche diverse, che popolano alternativamente l'area di Olduvai, mentre altri autori ritengono, anche sulla base dei dati successivamente ricavati in altri giacimenti africani (Melka Kunture, in Etiopia), che l'Acheuleano derivi da una lenta trasformazione dei diversi parametri che caratterizzano l'Olduvaiano evoluto e che non vi sia sovrapposizione cronologica tra questi due aspetti. A Olduvai i due tecnocomplessi sono ancora presenti nei Beds III e IV; alla sommità di quest'ultimo e nei livelli soprastanti si osserva un cambiamento climatico in senso arido.

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