Calanna

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comune in provincia di Reggio di Calabria (18 km), 511 m s.m., 10,49 km², 1183 ab. (calannesi o calagnoti), patrono: Madonna del Rosario (prima domenica di ottobre).

Centro del versante occidentale dell'Aspromonte, situato alla destra della fiumara di Gallico. Di antichissima origine, fu baronia dei Sanseverino di Mileto e divenne poi possesso di altri signori, gli ultimi dei quali furono i Ruffo (1608-1806). Fu gravemente danneggiato dai terremoti del 1783, del 1905 e del 1908. § Rimangono poche tracce del centro medievale, distrutto dai sismi; su una vicina rupe, in posizione molto suggestiva, sono i ruderi (resti delle mura, del fossato circolare e di tre profonde cisterne) del castello normanno, risalente al sec. XI e più volte rimaneggiato. Nella moderna parrocchiale del Santissimo Salvatore sono conservati frammenti di sculture medievali provenienti da una chiesa basiliana ormai distrutta, oltre a una campana quattrocentesca e a marmi frammentari dei sec. XVI e XVII. § Le tradizionali attività agricole (olive, uva da vino, agrumi, ciliegie, fichi d'India) sono affiancate da industrie conserviere e di trasformazione dei prodotti alimentari. Altre risorse provengono dal turismo estivo. È ancora praticata, anche se in misura minore rispetto al passato, la fabbricazione artigianale di ceste di giunchi e steli di ginestra. § Nei dintorni, in località Ronzo, è stata portata alla luce una necropoli protostorica (sec. IX-VI a. C.) con tombe a grotticella scavate nel tufo.

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