Delèbio

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comune in provincia di Sondrio (34 km), 218 m s.m., 22,51 km², 2996 ab. (delebiesi), patrono: san Carpoforo (7 agosto).

Centro della bassa Valtellina posto lungo la statale dello Stelvio; è compreso nel Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi. Appartenne al monastero di Sant'Ambrogio di Milano (836), poi al vescovo di Como che lo affidò all'abbazia dell'Acquafredda di Lenno. Nel 1204 divenne uno dei primi comuni rurali della Valtellina insieme a Rogolo. Vi si svolse nel 1432 la battaglia nella quale i veneziani furono definitivamente sconfitti dalle truppe dei Visconti. Occupato in seguito dai Grigioni, seguì le vicende storiche della Valtellina.§ La parrocchiale di San Carpoforo (rimaneggiata nei sec. XVI e XVII) conserva tele di G. A. Petrini (sec. XVIII), affreschi di P. Bianchi e una croce astile di G. P. Lierni (sec. XVI). La chiesa di Santa Domenica custodisce affreschi di G. A. Torricelli. Affreschi di C. Ligari (sec. XVIII) e decorazioni di G. Coduri sono nell'oratorio di San Gerolamo (eretto nel sec. XVIII su disegno di P. Solari), annesso al palazzo Peregalli, pregevole testimonianza del rococò valtellinese, edificato nel Settecento in contrada Badia sul luogo di una grangia (complesso di edifici agricoli) dell'abbazia cistercense dell'Acquafredda di Lenno.§ L'economia si basa sull'industria, attiva nei settori metalmeccanico, tessile, conciario, ottico, della meccanica di precisione e degli articoli sanitari, cui si affiancano l'agricoltura (cereali e patate) e l'allevamento bovino.È base di partenza per escursioni in val Lesina.

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