cloroplasto

sm. [sec. XIX; cloro-+-plasto]. Plastidio che, in condizioni normali di esistenza, è in grado di produrre clorofilla (ed eventualmente anche altri pigmenti) e in conseguenza di svolgere processi fotosintetici. Forma, grandezza e numero dei cloroplasti variano a seconda del gruppo di vegetali ai quali essi appartengono: in generale le piante inferiori e le alghe ne contengono pochi e grandi (megaplasti), da uno a una decina, talvolta anche più, per cellula, di forma estremamente variabile (a tavoletta, a coppa, reticolati, anulari, stellari, ecc.); quelli delle piante superiori, per contro (cloroplasti propriamente detti), sono numerosi in ciascuna cellula, hanno tipica forma discoidale piano-convessa e dimensioni assai costanti per ciascuna specie (fra 1 e 10 μ). Dal punto di vista chimico i cloroplasti risultano costituiti da clorofilla a e b (ca. il 9% del peso secco), alla cui presenza devono il caratteristico colore verde, xantofille e caroteni (4,5%), proteine (35-55%), lipidi (20-30%), RNA (2-3%) e DNA (0,5%). Al microscopio ottico non risultano omogenei e presentano aree tondeggianti più o meno verdeggianti, dette grana. Al microscopio elettronico si possono distinguere una doppia membrana periferica che li racchiude e una serie di lamelle interne disposte parallelamente fra loro e inglobate in una sostanza finemente granulosa di natura proteica (stroma). Queste lamelle attraversano il plastidio da un polo all'altro secondo il suo asse maggiore; ciascuna di esse è costituita da una specie di sacca estremamente appiattita che in alcuni punti si ispessisce formando un certo numero di vescicole (tilacoidi) dal cui impilamento risultano i grana. Immerso nello stroma, oltre alle lamelle, si trova un numero variabile di goccioline (globuli), ritenute di natura lipoidica. Nei megaplasti manca la formazione di tilacoidi e di grana, mentre sono presenti particolari strutture (pirenoidi, sacche oculari). Di solito i cloroplasti sono disposti in un solo strato e addossati alla parete cellulare, in modo da facilitare la fotosintesi; peraltro essi non sono immobili e uno dei fattori che determinano i loro movimenti è la luce, alla quale in generale essi reagiscono disponendosi in modo da godere del massimo di irradiazione allorché l'intensità luminosa è relativamente moderata, e da evitare gli inconvenienti determinati da una irradiazione troppo violenta. I cloroplasti si differenziano a partire da corpuscoli sferoidali del diametro di 500-1000 Å, detti protoplastidi; come tutti i plastidi, essi si trasmettono di cellula in cellula, e di generazione in generazione, moltiplicandosi esclusivamente per autodivisione.

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