Lessico

sf. [sec. XIV; dal latino tardo processio-onis, da procedere, avanzare].

1) Rito con cui si trasportano solennemente immagini divine o simboli sacri lungo un itinerario previsto e con un corteo ordinato secondo una precisa liturgia: processione in onore dell'Immacolata.

2) Per estensione, corteo di persone incanalate verso una stessa direzione: una processione di creditori. Anche riferito ad animali o veicoli: una processione di formiche; una processione di automezzi.

3) Lett., il fatto di procedere nel senso di avere una certa origine materiale o logica; derivazione. In particolare, nella teologia cattolica, la misteriosa relazione che lega lo Spirito Santo alle altre due persone della Trinità.

Religione: funzione della processione

La funzione della processione è di denotare spazialmente il campo d'azione del dio o di altro essere extraumano oggetto del rito mediante: una sua visita nei luoghi significativi di una determinata comunità umana; una visita alle sedi di altre divinità per stabilire con esse un collegamento cosmologico; un periodico e provvisorio abbandono della propria sede allo scopo di connotarne e ribadirne la sacralità con il solenne ritorno a essa. Tipiche erano le processioni dell'antico Egitto per l'itinerario fluviale: data l'importanza del Nilo nella topografia religiosa egiziana, esso era la “via sacra” per eccellenza. Nel cristianesimo la processione ha lo scopo di eccitare la pietà, ricordare i benefici di Dio, rendere grazie e implorare aiuto. Risponde al bisogno naturale di esternare insieme con gli altri i propri sentimenti di gioia o tristezza, le preoccupazioni, la fede. La processione è anche segno del popolo di Dio in cammino verso il cielo, come quello ebraico era in marcia verso la Terra promessa. Alcune processioni sono nate da manifestazioni popolari di pietà verso un santo o un luogo di culto. Altre sono stabilite dall'autorità ecclesiastica per implorare l'aiuto divino in particolari necessità o a conclusione di celebrazioni straordinarie, come un Congresso eucaristico, ecc. Nell'anno liturgico hanno particolare rilievo la processione con il SS. Sacramento nella festa del Corpus Domini e quelle delle Rogazioni.

Religione ed etnologia: manifestazioni esteriori nelle processioni

Connesse ai significati più intimamente religiosi si ebbero nelle processioni anche manifestazioni esteriori, in cui i fedeli cercavano la loro identità socio-culturale attraverso canti, danze, gesti ritmici, vesti uniformi, ecc. Nell'antico Egitto, per esempio, la processione era motivo di grande giubilo, perché il dio, che rimaneva sempre nascosto nella cella del suo tempio, occultato alla vista di tutti, tranne che dei sacerdoti addetti al suo servizio, era mostrato a tutti, adorno di vesti sontuose, su di un carro a forma di nave; e quando la barca del dio solcava le acque del Nilo, due file interminabili di popolo la scortavano lungo le rive con tutte le vivaci manifestazioni di una festa sentitamente popolare. A Babilonia la statua del dio era portata su un trono ed era preceduta dalla sua corte. In Cina e in Giappone i riti processionali erano accompagnati da folle immense, che portavano labari, stendardi, mitici animali riprodotti nelle forme e nei colori più vivaci, mentre i ballerini si esibivano in mirabili gruppi di danza. In Grecia la processione delle Panatenee ad Atene vedeva riunite tutte le classi sociali, che recavano al tempio della dea Atena il dono di un nuovo, prezioso peplo; a Olimpia magistrati, sacerdoti e rappresentanti delle varie città greche salivano sull'Altis a offrire un sacrificio a Zeus. A Roma la processione s'identificava con la pompa, un solenne corteo che accompagnava i magistrati e i simboli sacri verso il tempio; una pompa più modesta accompagnava la sposa alla casa dello sposo o il defunto alla sepoltura. Nel cristianesimo le processioni hanno perduto molta parte di questo festoso richiamo esterno per concentrarsi maggiormente sul significato religioso: prevalgono in esse le preghiere e i canti, e in alcuni momenti, come nelle processioni per le Rogazioni o del Venerdì Santo, motivo più profondo è quello penitenziale; intenzioni particolari delle processioni sono l'impetrare da Dio un buon raccolto (nelle Rogazioni) o celebrare la gioia spirituale della Pasqua (nella processione del Venerdì Santo). Tuttavia il gusto dell'esteriorità caratterizza talvolta anche le processioni cristiane: a Echternach (Germania), nella processione di S. Willibrordo, il martedì di Pentecoste, si eseguono danze e gesti ritmici; nelle quattro feste più antiche in onore alla Vergine (Annunciazione, Purificazione, Dormizione, Assunzione al Cielo), a Roma, la festa si trasforma in una fantastica fiaccolata. Pittoresca e piena di spunti folcloristici è in Spagna la processione del Venerdì Santo, che si celebra a Siviglia e in altre città: dura dieci-dodici ore e, oltre alla varietà fantasmagorica delle vesti indossate e degli stendardi, dell'arte profusa nei crocefissi, nelle statue, nei candelieri, presenta anche movimentati quadri viventi, inscenati nei vari luoghi di sosta: un vivace alternarsi di manifestazioni nel corso delle quali il popolo, pur non dimenticando il significato religioso della processione come atto di culto e come richiamo di penitenza, esprime nel contempo la ricchezza del suo costume e della sua cultura. In molte processioni dell'Italia del Sud, in Campania, in Puglia, in Sicilia, soprattutto nei piccoli centri, viene di solito trasportata a spalla una statua o un'altra rappresentazione di figure religiose, come santi locali o figure legate alla festa celebrata. Alcune processioni prevedono da parte di fedeli delle prove di penitenza (come portare statue molto pesanti, anche di corsa) o l'autoflagellazione.

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