Lessico

sf. [sec. XVII; da riservare].

1) Atto ed effetto del riservare qualche cosa per una persona o per uno scopo determinato; in particolare, riserva di caccia, di pesca, diritto esclusivo del concessionario, o di chi sia stato da lui autorizzato, di cacciare o pescare in un determinato territorio; per estensione, il territorio su cui si esercita tale diritto: la riserva ha un'estensione di migliaia di ettari; riserva naturale, area più o meno vasta di un determinato territorio nella quale viene rigorosamente salvaguardato l'ambiente naturale in tutti i suoi aspetti geografici e biologici.

2) Atto ed effetto del mettere in serbo qualche cosa per utilizzarla al momento opportuno o in caso di necessità; per estensione, l'insieme delle cose messe in serbo, provvista, scorta: riserva di viveri, di acqua, di munizioni; abbiamo sistemato le riserve nel magazzino. In particolare: A) in economia, riserve sociali e obbligatorie, accantonamenti di denaro che un ente, una società, un'impresa o una banca crea a garanzia della sua solvibilità; riserve valutarie, fondi detenuti dalla banca centrale di uno Stato per fronteggiare il deficit della bilancia dei pagamenti e per sostenere il tasso di cambio. A) denominazione data a vini di annata e quindi di pregio particolare; anche la cantina di provenienza, l'annata di produzione e il relativo invecchiamento: riserva 1964; riserva del conte XY. B) Forze che un comandante di grande unità tiene a sua disposizione per farle intervenire al momento opportuno nel combattimento (riserva tattica) o nella battaglia (riserva strategica) per portare a compimento una determinata manovra, rinforzare o sostituire unità logorate, sfruttare il successo. In senso più generico, posizione di stato dell'ufficiale e del sottufficiale che, avendo cessato dalla posizione ausiliaria, resta a disposizione delle forze armate per eventuale impiego esclusivamente in tempo di guerra e vi permane fino al collocamento in congedo assoluto. C) Nella loc. di riserva, che non si usa normalmente ma solo in caso di necessità, di scorta: fondi di riserva; ho un paio d'occhiali di riserva; serbatoio di riserva, sugli autoveicoli, quello che entra in funzione quando quello primario ha esaurito il carburante; essere in riserva, quando nel serbatoio dell'autoveicolo il carburante è al di sotto di un certo livello, in quantità tale da consentire un'autonomia di pochi chilometri; tale situazione viene segnalata sul cruscotto mediante una spia luminosa o in altro modo; fig., avere ancora poca disponibilità di una data cosa, poche energie da spendere.

3) Limitazione, condizione posta all'accettazione o all'approvazione di qualche cosa, restrizione del proprio acconsentimento: ti permetto di uscire con la riserva che torni presto; non ho riserve da fare sul tuo comportamento. Nelle loc.: con riserva, a determinate condizioni: accetto con riserva; senza riserve, incondizionatamente: il programma è stato approvato senza riserve; fare delle riserve sulle capacità di qualcuno, sul valore di qualche cosa, avanzare dei dubbi in proposito, non esserne pienamente convinto.

4) Nell'industria tessile, trattamento che si fa subire alle fibre per diminuire o annullare la loro affinità verso determinati coloranti. La riserva può essere effettuata su fibre o filati greggi o già tinti i quali vengono lavorati mescolati con materiale non trattato. Nel primo caso, durante l'operazione di tintura, si riesce a non tingere la fibra riservata; nel secondo caso si ottengono effetti bicolori. La riserva si ottiene facendo reagire le fibre tessili in bagni contenenti agenti riservanti: per la lana e le fibre animali si utilizzano tannino, ipoclorito di sodio oppure bisolfito di sodio; per il cotone e le altre fibre cellulosiche anidride acetica.

5) Sostanza grassa, per lo più cera, usata nella stampa dei tessuti per ottenere determinati effetti decorativi. La riserva, stesa sopra il disegno precedentemente eseguito sul tessuto, preserva dall'azione dei bagni coloranti le zone coperte, che risultano così più chiare del fondo tinto. Un antico metodo di tintura per riserva è il batik.

6) Nelle costruzioni navali, riserva di galleggiabilità o di spinta, prodotto del volume della nave, compreso tra il piano di galleggiamento e il ponte superiore munito di chiusure stagne, per il peso specifico dell'acqua nella quale la nave galleggia. È cioè lo spazio che, indipendentemente dalle considerazioni sulla stabilità, potrebbe essere allagato senza aversi l'affondamento della nave; riserva totale di stabilità, nel diagramma di stabilità di una nave, avente in ascissa l'angolo di inclinazioneisocarenica trasversale e in ordinata il corrispondente momento della coppia di stabilità statica, è l'area totale del diagramma compresa tra l'angolo di inclinazione nulla e quello di capovolgimento.

Diritto canonico

Il nuovo Codice di diritto canonico promulgato nel gennaio 1983 ha disciplinato ex novo l'istituto delle riserve nel quale è previsto (can. 1354), in materia disciplinare, che se la Sede Apostolica ha riservato a sé o ad altri la remissione della pena, la riserva deve essere interpretata in senso stretto. Inoltre forme di riserva sono previste e disciplinate per la dispensa dal celibato (can. 291), dalle irregolarità (can. 1047), dagli impedimenti matrimoniali (can. 1078), dal matrimonio rato e non consumato (can. 1698), dalle cause giudiziarie (can. 1405) e dalla riduzione degli oneri di messa (can. 1308). In materia beneficiaria, l'espressione Sedi Apostolicae reservata indica due distinte potestà del pontefice: quella di creare, di sopprimere o di modificare alcuni benefici ecclesiastici; quella di nominare il titolare di un beneficio vacante o in procinto di diventarlo. § Per riserva mentale, vedi restrizione.

Diritto civile

Riserva di gradimento nella compravendita, facoltà per il compratore di perfezionare l'acquisto della cosa dopo un certo termine entro il quale comunica il suo gradimento al venditore, che invece è impegnato fin dall'inizio. § Riserva di usufrutto, nella donazione, la facoltà del donante di riservare l'usufrutto del bene donato a sé e a un'altra persona dopo la sua morte, piuttosto che al donatario. Dopo la morte del donante e dell'eventuale altra persona usufruttuaria, però, l'usufrutto spetta inderogabilmente al donatario. § Quota di riserva nella successione testamentaria (o legittima), la parte dei beni del testatore che, a differenza della quota di cui egli può liberamente disporre, deve necessariamente spettare ad alcuni eredi, detti legittimari. Alla morte del testatore si calcola l'entità dell'attivo, diminuendola dei debiti e aggiungendovi le donazioni. Se la quota di riserva dei legittimari, cioè del coniuge, dei figli e degli ascendenti legittimi, prevista espressamente dalla legge, viene intaccata, questi possono far ridurre le donazioni e le disposizioni testamentarie con apposita azione di riduzione. La quota di riserva spettante ai figli è identica, siano essi legittimi o naturali. La quota di riserva del figlio unico, se non concorrono altri legittimari, è la metà del patrimonio; se i figli sono più la quota è di due terzi. Se non concorrono altri legittimari, la quota di riserva degli ascendenti legittimi è di un terzo e quella del coniuge è di una metà. Se concorrono il coniuge e un solo figlio, a essi spettano un terzo ciascuno. Se i figli sono più e concorrono con il coniuge, a essi spetta la metà in parti uguali e al coniuge un quarto del patrimonio.

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