Alex Zanardi: l’uomo delle missioni impossibili

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Dalla carriera da pilota alla seconda e terza vita: storia di un uomo che è nato tre volte.

Alex Zanardi, un uomo che ha vissuto tante vite. Il simbolo della resilienza, del riscatto dopo aver toccato il fondo (nel suo caso la morte), la voglia di mettersi sempre in gioco, per dimostrare che niente è impossibile. Un ex pilota, a cui il destino ha portato via le gambe, ma non la voglia di gareggiare. Le cose da sapere su di lui.

Biografia di un campione

Alessandro Zanardi nasce a Bologna il 23 ottobre 1966 e cresce a Castel Maggiore: appassionato di Formula 1, si avvicina ai motori piuttosto tardi, quando all’età di 14 anni riceve in regali dal padre un kart.

La carriera da pilota

L’esordio nelle gare arriva un paio di anni dopo. Ne passano altri due e Zanardi nel 1982 si iscrive al campionato nazionale, nella categoria 100cc. Nonostante un mezzo scarsamente competitivo (lo assiste solo il padre che gli fa da meccanico), Alex si piazza al terzo posto finale, risultato che gli vale le prime sponsorizzazioni e salti di categoria. Nel 1985 vince il titolo italiano della 100 Super, risultato bissato nel 1987, anno in cui diventa campione italiano nella 135cc. Nel 1988 sbarca in Formula 3 e nel 1991 passa in Formula 3000: nello stesso anno, grazie agli ottimi risultati in pista, arriva addirittura il debutto in F1.

Dai kart alla Formula 1

Nella seconda parte della stagione 1991, Alex Zanardi viene infatti chiamato da Eddie Jordan a sostituire Michael Schumacher, passato in Benetton. Il pilota emiliano debutta in Spagna, correndo in tutto tre gran premi: due noni posti, intervallati da un ritiro. Il 1992 si rivela avaro di soddisfazioni, trascorso in qualità di terzo pilota (Minard) o come test driver (Benetton). La possibilità di riscatto arriva nel 1993 grazie alla Lotus, che lo sceglie come secondo pilota da affiancare a Johnny Herbert: Zanardi ottiene l’unico punto della sua carriera in F1 e durante le prove del GP del Belgio ha un incidente, a seguito del quale chiudere anzitempo la stagione. Diventato terza guida a favore di Pedro Lamy, Zanardi torna pilota titolare quando nel 1994 il portoghese subisce un grave incidente. Ma a fine
anno si ritrova senza un volante.

I successi nel campionato CART

Rimasto senza un contratto per il 1995, Zanardi rimane inattivo tutto l’anno. Ma desideroso di tornare alle corse, entra in contatto con alcune squadre della Formula CART. Si accorda con Chip Ganassi, titolare dell’omonimo team con cui vince i campionati 1997 e 1998, diventando il beniamino del pubblico americano. Forte di questi successi, Zanardi fa ritorno in F1: nella stagione 1999 corre con scarsa fortuna al volante della Williams, senza raccogliere nemmeno un punto. Risolto il contratto con la scuderia britannica, rimane fermo un altro anno, prima di un altro ritorno, questa volta nella CART.

Il grave incidente

Ingaggiato dalla Mo Nunn Racing, è protagonista di una stagione problematica, che si conclude il 15 settembre 2001, quando all’EuroSpeedway Lausitz rimane coinvolto in un tremendo incidente. Dopo averne perso il controllo, la sua monoposto rimane ferma in pista e viene colpita perpendicolarmente all'altezza del muso dalla vettura di Alex Tagliani, che sopraggiunge in quel momento. Nello scontro le gambe di Zanardi sono di fatto rescisse: mentre corre il rischio di morire dissanguato (riceve persino l’estrema unzione), il pilota è trasportato d’urgenza all’ospedale di Berlino, dove passa quattro giorni in coma farmacologico. Lascia l’ospedale dopo sei settimane di ricovero e una quindicina di operazioni subite.

La seconda vita di Alex Zanardi

Quando mi sono svegliato senza le gambe ho guardato la metà che era rimasta, non quella che era andata persa”, racconterà Zanardi. È in questo momento che inizia la sua seconda vita.

I nuovi successi sportivi in handbike

Zanardi riesce a tornare a correre nel Motorsport. E a vincere: succede nel 2005, nel Campionato Italiano Superturismo. Nella stessa stagione partecipa inoltre al Campionato Turismo, sempre al volante di una BMW 320si. Parallelamente all'impegno automobilistico, Zanardi scopre l’handbike e, nel giro di pochissimo tempo, si afferma come il migliore al mondo nel paraciclismo. Dal 2007 al 2012 partecipa a numerose gare, tra cui la maratona di New York e i campionati mondiali in Danimarca (argento nella cronometro). Poi, a Londra 2012, compete nei Giochi Paralimpici: vince due ori e un argento. Concede poi il bis a Rio De Janeiro nel 2016, due ori e un argento anche in Brasile.

Personaggio pubblico e modello positivo

Apprezzato sia come atleta che come persona per l'atteggiamento positivo verso la vita, Zanardi si è affermato come amatissimo personaggio pubblico e modello da seguire. Testimonial della cerimonia di apertura dei IX Giochi Paralimpici invernali di Torino 2006, nel 2010 ha debuttato come conduttore televisivo su Rai 3, presentando il programma di divulgazione scientifica “E se domani”. Due anni dopo conduce poi “Sfide”, sempre su Rai 3.

L’incidente del 2020

Icona dell’handbike e più in generale dello sport paralimpico, Zanardi è vittima di un altro grave incidente nel 2010, nel corso di un evento benefico in Toscana.

L’italia in ansia: “Come sta Alex?”

È il 19 giugno 2020 quando Zanardi perde il controllo della sua handbike in prossimità di una curva nel territorio di San Quirico d'Orcia, finendo contro un mezzo pesante. L’impatto è tremendo e la notizia fa in breve il giro d’Italia, tenendo il Paese con il fiato sospeso.

Una situazione critica

Vittima di un politrauma, Zanardi viene portato d’urgenza in ospedale e sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Successivamente, il pilota e atleta emiliano viene trasferito per la riabilitazione in una struttura in Brianza.

I segnali di ripresa

Da quel momento, l'Italia segue i suoi progressi, con il cuore colmo di speranza, in attesa di buone notizie.

Il ritorno a casa

Le tanto attese buone notizie arrivano a ridosso del Natale 2021. “Alex ha potuto lasciare l'ospedale qualche settimana fa e ora è tornato a casa con noi”, annuncia la moglie Daniela: “Abbiamo aspettato a lungo che ciò accadesse e siamo molto felici che sia stato possibile ora, anche se in futuro ci saranno ancora dei soggiorni temporanei in cliniche speciali per effettuare misure di riabilitazione specifiche sul posto".

Alex, nato tre volte, finalmente a casa dai suoi affetti più cari.