Tazio Nuvolari, il "mantovano volante": dai record alle sfide impossibili

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Il 16 novembre 1892 nasceva uno dei più grandi piloti della storia, capace di eccellere su due e soprattutto quattro ruote. Ripercorriamo la sua incredibile carriera.

Un campione leggendario, diventato metro di paragone per i più grandi piloti che si sono succeduti nei decenni successivi. Tazio Nuvolari esordì in corsa non giovanissimo, nel 1920, alternando la moto all'auto e arrivando a eccellere con l'una e con l'altra, nel corso di una carriera sportiva lunga un trentennio (con lnterruzione a causa del secondo conflitto mondiale) costellata di grandi successi. Ripercorriamo allora le incredibili gesta del "mantovano volante”.

Tazio Nuvolari, l'inizio di una leggenda

Tazio Nuvolari nasce il 16 novembre 1892 a Castel d'Ario, nel Mantovano. Figlio di un agricoltore, impara a guidare moto e auto molto presto. Durante la Prima guerra mondiale presta servizio come autiere del Regio Esercito, trasportando feriti, soldati e ufficiali tra le prime linee e le retrovie del fronte orientale. «Dammi retta, lascia perdere, l'automobile non fa per te», si sente dire da un ufficiale dopo essere finito fuori strada. Almeno così vuole la leggenda.

Il debutto come pilota e i primi successi

Nuvolari debutta come pilota solo nel 1920, a 28 anni. Lo fa sulla moto, sul Circuito Internazionale Motoristico di Cremona: ma si dovette ritirare dopo pochi giri per un guasto meccanico. Contemporaneamente prende parte anche alle sue prime gare in auto: il 20 marzo 1921 l’esordio in una prova di regolarità al volante di una Ansaldo Tipo 4 è invece segnato da una vittoria. Il primo successo sulle due ruote arriva nel 1922, quando si laurea campione mantovano con una Harley-Davidson. Dal 1923 - ossia a 31 anni - Nuvolari comincia a correre con assiduità.

I titoli italiani conquistati in sella alla motocicletta

A causa dei minori costi del motociclismo e del maggior numero di gare, Nuvolari a inizio carriera si dedica soprattutto alle due ruote. L’ascesa è fulminea. Nel 1924 vince il titolo di Campione d'Italia (500 cc) e d’Europa (350 cc), ottenendo poi un nuovo titolo nazionale nel 1926 (350 cc). Come motociclista, in tutto Nuvolari otterrà 69 vittorie.

Già invitato nel 1925 dall’Alfa Romeo per una serie di test (nei quali rimane vittima di un grave incidente), Nuvolari nel 1927 decide di creare una propria scuderia: al volante di una Bugatti al Reale Premio di Roma e sul Circuito del Garda. Dal 1928, anno del primo grande successo internazionale - il Gran Premio di Tripoli - l'attività automobilistica diventa preminente. 

Gli Anni Trenta: “Nivola” diventa leggenda delle quattro ruote

Nel 1930, ingaggiato dall’Alfa Romeo, Nuvolari porta a casa la prestigiosa Mille Miglia, dominata a più di 100 km di media oraria. Nel 1931 vince il Gran Premio d’Italia. Gli Anni Trenta lo vedono protagonista indiscusso su strade e circuiti d'Europa, Africa e America, principalmente alla guida di Alfa Romeo della Scuderia Ferrari, Maserati e Auto Union.

È il 1932 l’anno d’oro di Nuvolari, che si aggiudica la sua seconda Targa Florio e poi i Gran Premi di Italia, Francia e Monaco. Eccezionale anche il 1933, segnato dal bis alla Mille Miglia e dal primo posto nel GP del Belgio, ma soprattutto dalla vittoria che lo proietta nella leggenda: quella nella 24 Ore di Le Mans. Negli anni seguenti vince anche il Gran Premio di Germania (1935) e d’Italia (1938). 
 

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Foto LaPresse Torino/Archivio Storico

L’interruzione della Seconda guerra mondiale

Poi arriva la Seconda guerra mondiale: Nuvolari torna in pista nel 1946, invecchiato e stanco, con diversi spaventosi incidenti alle spalle, come quello di Donington del 1938, quando è finito fuori strada per schivare un cervo. Nuvolari corre per amore della velocità e per superare il dolore per la morte dei figli Giorgio e Alberto, scomparsi entrambi a soli 18 anni a nove anni di distanza l'uno dall'altro: il primo per per miocardite nel 1937 e il secondo per nefrite nel 1946.

Le ultime corse di Nuvolari

Nel 1946 Nuvolari conquista l’ultimo successo internazionale in Francia e nel 1947 l’ultima vittoria in assoluto, sul Circuito di Parma. Sfiora la vittoria della Mille Miglia e lo fa pure l’anno dopo, quando a 56 anni si arrende solo alla rottura del perno di una balestra. Il 10 aprile 1950 partecipa alla gara in salita Palermo-Monte Pellegrino: è la sua ultima corsa in assoluto

La morte del mantovano volante

Scampato a una serie di incidenti agghiaccianti nel corso della carriera, Nuvolari - che non ha mai annunciato formalmente il ritiro – viene colpito da un ictus nel 1952 e poi muore l’11 agosto 1953. Ai funerali partecipano almeno 25 mila persone, tra cui colleghi come Alberto Ascari, Luigi Villoresi e Juan Manuel Fangio. 

Tazio Nuvolari nella cultura popolare

Definito da Ferdinand Porsche «il più grande pilota del passato, del presente e dell'avvenire», Nuvolari nel 1937 viene omaggiato dal Trio Lescano con il brano Arriva Tazio. Sul finire della carriera, nel 1948, compare in un cameo nella parte di se stesso nel film Totò al Giro d'Italia. L’omaggio più famoso al grande pilota è però il brano Nuvolari, canzone di Lucio Dalla dall'album Automobili del 1976: “Nuvolari è bruno di colore, Nuvolari ha la maschera tagliente/Nuvolari ha la bocca sempre chiusa, di morire non gli importa niente…”.

Matteo Innocenti

Foto di apertura: Foto LaPresse Torino/Archivio Storico