Franco Zeffirelli, il maestro fiorentino tra cinema e teatro

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Gli esordi come scenografo, il successo internazionale come regista teatrale, i capolavori al cinema. E poi il rapporto speciale con Shakespeare e la musa Callas, fino al compromesso tra omosessualità e fede cattolica. Le cose da sapere.

Franco Zeffirelli è stato uno dei più grandi registi italiani. Non solo al cinema, ma anche - e forse soprattutto - a teatro, lirico e di prosa. Palcoscenico e grande schermo: il maestro fiorentino li intrecciò per tutta la carriera, condita da importanti riconoscimenti, dopo aver iniziato come scenografo.

Franco Zeffirelli: l’infanzia

Franco Zeffirelli nasce a Firenze il 12 febbraio 1923, dalla relazione di due persone entrambe già sposate: il mercante di stoffe inglesi Ottorino Corsi e Alaide Garosi Cipriani. All’epoca i figli nati fuori dal matrimonio non possono prendere né il cognome materno né quello paterno: la madre si reca all’anagrafe per registrarlo come Gian Franco Zeffiretti, dall’aria “Zeffiretti lusinghieri” dell’Idomeneo di Mozart. A causa di un errore dell’impiegato, il cognome scelto viene storpiato in Zeffirelli. Il riconoscimento tardivo da parte del padre e la morte prematura della madre fanno sì che Franco Zeffirelli (otterrà il cognome paterno solo a 19 anni) viva un’infanzia difficile.

Gli studi

Gli insegnamenti del teatro shakespeariano e dell’arte dei grandi maestri del passato da parte di un’istitutrice inglese trasmettono al giovane Zeffirelli, cresciuto da una zia, un’educazione colta e liberale, che approfondisce durante gli anni in cui frequenta il Liceo Artistico, il Convento di San Marco, l’Accademia di Belle Arti e la Facoltà di Architettura.

Gli esordi

Dopo la parentesi della guerra, in cui si unisce ai partigiani, affianca la collaborazione a Radio Firenze alle prime esperienze di attore a teatro, cimentandosi poi come scenografo e costumista, curando tra l’altro la messa in scena di Troilo e Cressida, diretta da Luchino Visconti. Le prime esperienze nel cinema arrivano proprio come aiuto regista dello stesso Visconti in La terra trema e in Senso.

Il successo come regista teatrale

In questo periodo Zeffirelli si fa apprezzare, prima come scenografo e costumista, poi anche come regista, nell’allestimento di opere in musica del Settecento e dell’Ottocento, nei principali teatri italiani. Alla Scala di Milano cura l’Italiana in Algeri (1953), La Cenerentola (1954) e Il Turco in Italia (1955) di Gioacchino Rossini, interpretato da Maria Callas, con la quale esordisce oltreoceano ne La Traviata. La soprano greca diventerà la sua musa. Negli anni seguenti rivitalizza all’Old Vic di Londra i classici shakesperiani Romeo e Giulietta, (1960), Amleto (1964), Molto rumore per nulla (1965), trasformando poi in pietre miliari del teatro le sue Bohème, Aida e Turandot.

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Regista cinematografico

Nel frattempo esordisce come regista cinematografico con Camping (1957), imponendosi poi nella seconda metà degli Anni Sessanta con due trasposizioni shakespeariane: La bisbetica domata (1967) e Romeo e Giulietta (1968). Arrivano poi i successo di critica e pubblico Fratello Sole, Sorella Luna (1972), rievocazione della vita di Francesco d'Assisi, e il film televisivo Gesù di Nazareth (1977). Negli anni seguenti dirige Il campione (1979) e Amore senza fine (1981), tornado poi alle trasposizioni di opere liriche con Cavalleria rusticana e Pagliacci (1982), La traviata (1983), Otello (1986) e Amleto (1990). In mezzo, Il giovane Toscanini (1980), che vede il ritorno al cinema di Liz Taylor dopo quasi dieci anni di assenza. Dopo Storia di una capinera (1993), dirige Jane Eyre (1996) e Un tè con Mussolini (1999), quest'ultimo parzialmente autobiografico. Nel 2002 il suo ultimo film: Callas Forever, liberamente ispirato alla vita della sua musa

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I premi

Nel corso della carriera Franco Zeffirelli ottiene numerosi riconoscimenti, tra cui tre David di Donatello: nel 1969 e 1972 come miglior regista per Romeo e Giulietta e Fratello sole, sorella luna; poi nel 1991con Amleto, miglior film straniero. Con Romeo e Giulietta vince inoltre un Golden Globe e il Nastro d’argento. Nella sua bacheca anche due Emmy, per Cavalleria rusticana e Pagliacci. Senza dimenticare due candidature all'Oscar: al miglior regista per Romeo e Giulietta e per la miglior scenografia con La Traviata.

 

La politica

Anticomunista e antifascista, legato al mondo liberale, negli Anni Novanta aderisce alla coalizione di centro-destra del Polo delle Libertà, candidandosi alle politiche. Eletto senatore nella circoscrizione Catania, viene confermato poi nel 1996, conservando il seggio a Palazzo Madama fino al 2001.

Morte

Franco Zeffirelli muore il 15 giugno 2019, nella sua villa sull'Appia Antica a Roma. Dopo i solenni funerali celebrati nel Duomo di Firenze, le ceneri del grande regista vengono tumulate nella cappella di famiglia nel Cimitero delle Porte Sante, a pochi passi dalla basilica di San Miniato al Monte.

Vita privata

Dichiaratamente cattolico praticante e omosessuale, Franco Zeffirelli aveva due figli adottivi: Francesco (detto Pippo) e Luciano.

Omosessualità e fede cattolica

Zeffirelli ha avuto una lunga relazione con Visconti: «Di Luchino ero innamorato alla greca. Un amore viscerale e profondo. Mi impregnavo della sua grandezza e della sua superbia e in cambio, lui mi offriva affetto», raccontò. A proposito di Grecia, Zeffirelli ha sempre dichiarato di disprezzare i gay pride, «esibizioni veramente oscene» in quanto «l'omosessuale non è uno che sculetta e si trucca. È la Grecia, è Roma». Per quanto riguarda omosessualità e fede cattolica, Zeffirelli non le vide mai in antitesi: «Credo che il peccato della carne sia tale se compiuto con un uomo o con una donna».

Curiosità

  • Ai tempi del collegio di San Marco, ebbe come istruttore Giorgio La Pira, che sarebbe stato poi all'Assemblea costituente e sindaco di Firenze: «Fu lui a insegnarmi che i totalitarismi sono tutti uguali: neri, bruni o rossi si macchiano dello stesso peccato contro l’individuo», raccontò il regista.
  • Franco Zeffirelli vanta un’estemporanea carriera da attore cinematografico. Nel 1947, dieci ani prima di dirigere il suo primo film, recitò infatti ne L'onorevole Angelina. Si trovava sul set quando scoppiò la furia della protagonista Anna Magnani, esasperata dalle scarse capacità attoriali del giovane che avrebbe dovuto interpretare il personaggio di Filippo Garrone. Il regista Luigi Zampa le concesse allora di scegliere un altro interprete e la grande attrice indicò il giovane Zeffirelli, che non faceva parte del cast.
  • Zeffirelli aveva un rapporto speciale con Papa Paolo VI: i due si erano incontrati si incontrarono la prima volta negli Anni Cinquanta, prima che il cardinale Montini diventasse pontefice. Successivamente, Paolo VI chiese al regista di dirigere le riprese tv della messa di Natale del 1974, con l’apertura della Porta Santa per l’inizio del Giubileo. E poi dispensò preziosi consigli a Zeffirelli, quando il cineasta fiorentino accettò di dirigere Gesù di Nazareth.
  • Tra tanti riconocimenti, anche una candidata poco ambita. Nel 1981 ricevette una nomination ai Razzie Awards, come peggior regista per Amore senza fine. Il “premio” andò a Michale Cimino, che aveva diretto il disastroso I cancelli del cielo, uno dei più grossi flop nella storia di Hollywood. 
  • Fiorentino purosangue, Zeffirelli è stato un acceso tifoso della squadra calcistica della sua città, la Fiorentina.