Lucian Freud, inventore del ritratto moderno: una pittura che diventa carne

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Ha rivoluzionato l'arte del ritratto e il concetto stesso di pittura, diventando uno dei massimi esponenti dell'arte contemporanea e moderna. Lucian Freud, un artista e un pittore dal nome ingombrante: nipote di Sigmund Freud, la strada che Lucian sceglie non è però quella della psicanalisi.

L'arte e la pittura sono il suo campo di battaglia e, proprio come se si trattasse di una guerra, Lucian Freud arriva spesso a scioccare lo spettatore: i suoi dipinti, famosi per la crudezza dei particolari, esprimono infatti tutta la tragicità e violenza che si può ritrovare nel reale. Un modus operandi che diventa una dichiarazione d’intenti e in una frase ricorrente nella vita dell’artista: “voglio che la pittura sia carne”. E proprio come la carne, l’approccio artistico di Lucian Freud è sempre stato estremamente viscerale, eccessivo e visivamente debordante.

Un approccio che caratterizzerà l’intera produzione pittorica dell’artistica, il cui stile, unico e inimitabile, trova però precisi punti di riferimento sia nei grandi del passato che negli artisti a lui contemporanei: da Cezanne a Corot, passando per i ritrattisti olandesi e terminando in Edward Hopper. Non si può però dimenticare il fondamentale incontro con Francis Bacon, al fianco del quale partecipò alla Biennale di Venezia nel 1944.

Inventore del ritratto moderno, Lucian Freud nasce a Berlino l'8 dicembre del 1922.
Per sfuggire alle persecuzioni naziste, l'infanzia e l'adolescenza la passa però nel Regno Unito, paese che diventerà, poi, la sua patria definitiva tanto che poi sarà la stessa Inghilterra ad essere muta testimone della sua scomparsa, il 21 luglio 2011.

Lucien Freud lascia però un'ingente eredità artistica, fatta di dipinti e ritratti, ognuno dei quali caratterizzato da una lunghissima lavorazione. Una pittura lentissima, quella di Lucian Freud, contraddistinta da estenuanti sessioni di posa per i modelli e le modelle. Basti pensare che per terminare 'Il grande Interno' l’artista impiegò ben due anni della sua vita.

I lavori più celebri del pittore rimangono sicuramente i nudi tra i quali non si può non nominare 'Benefits supervisor sleeping', che ritrae una donna obesa che dorme su un divano sfondato: la vividezza dei particolari e la preponderanza delle forme fanno emergere in tutta la loro violenza l'ossessione del pittore per il soggetto che, nelle mani di Lucian Freud, si rivela in tutto se stesso.

Lontano dalle correnti astratte, di fronte all'opera di Lucian Freud lo spettatore non può che provare sentimenti contrastanti: stupore e disturbo ma soprattutto incantata seduzione.