Paul McCartney è morto? Ipotesi, indizi e leggende sul bassista dei Beatles

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I fan dei Beatles non possono non essere al corrente di una certa storia che narra della probabile morte del bassista del gruppo, Paul McCartney (Liverpool, 18 giugno 1942).

Si tratta di una strana leggenda, smentita tuttavia dai Beatles e dallo stesso McCartney ma che a partire dal 1969 non smette di far parlare i fan e la stampa di tutto il mondo. Il nocciolo della storia è presto spiegato: il bassista dei Beatles avrebbe perso la vita nel novembre del 1966 in un incidente d’auto e perciò prontamente rimpiazzato da un sosia che, dopo numerosi interventi di chirurgia plastica, sarebbe riuscito a ingannare tutti continuando, indisturbato, a far parte del celebre quartetto.

La notizia della presunta morte di Paul McCartney si diffuse nel 1969 quando, il dj americano Russel Gibb all’interno della sua trasmissione radiofonica, disse di aver ricevuto una telefonata da un ignoto ascoltatore che raccontava di essere a conoscenza di un tragico scoop: la morte, tenuta segreta, del bassista dei Beatles avvenuta tre anni prima in seguito a un incidente stradale.

La leggenda narra che Paul, la mattina del 9 novembre 1966 (precisamente alle ore 5.00), si trovasse nella sua auto diretto verso casa in seguito, probabilmente, a un litigio con gli altri membri della band. Durante il tragitto fece salire a bordo un’autostoppista, tale Rita che, forse, distrasse Paul il quale non si accorse di un semaforo rosso. Così, l’auto finì fuori strada causando la morte di entrambe i passeggeri. Un’altra versione vuole che l’automobile si sia schiantata contro un camion e che il Beatle abbia sfondato il parabrezza con la testa, morendo decapitato.

Una volta venuti a conoscenza del tragico evento, i Beatles e il loro manager, decisero di tenere tutto segreto ingaggiando un sosia che per mesi studiò nel dettaglio tutti i comportamenti e le caratteristiche proprie del defunto Paul.

Ad avvalorare tale ipotesi ci sarebbero tantissimi indizi disseminati nei brani e nelle copertine degli album della band a partire dal celebre Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band in cui è nascosto il cosiddetto Drum Clue, la prova della grancassa che, a detta degli appassionati, è quella più eclatante. D'altronde, l'intera copertina è stata per anni oggetto di attente analisi in quanto disseminata di molti altri indizi che confermerebbero l'ipotesi della morte di Paul McCartney.

La prova della grancassa è, indubbiamente, la più interessante: prendendo uno specchio e posizionandolo in modo che tagli a metà la scritta (posta appunto sulla grancassa centrale) “LONELY HEARTS” si vengono a formare due frasi: “1 ONE 1” e “HE DIE” che starebbero rispettivamente per: “1 1 1” cioè 3 il numero dei Beatles superstiti ed “Egli è morto” o “Egli morì”.

Altro indizio: Paul è l’unico dei quattro che tiene in mano uno strumento musicale nero (colore che simboleggia la morte) e, sopra la sua testa, compare una mano aperta che in alcune culture orientali sarebbe simbolo di morte. Inoltre, McCartney, sul braccio sinistro, ha un distintivo sopra il quale sembra essere scritto OPD “Officially Pronunced Dead” (Dichiarato Ufficialmente Morto), formula usata dalla polizia britannica. Ancora, sulla destra compare una bambola raffigurante Shirley Temple che tiene in braccio un’automobilina modello Aston Martin (quella guidata da Paul la notte dell’incidente) con gli interni rossi, dunque color sangue. Di indizi del genere, in questa come in molte altre copertine, ne sono stati trovati parecchi, arrivando a ipotizzare che l’intera scena di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band fosse la rappresentazione di un funerale (quello di McCartney). 

Come non citare, poi, la celebre copertina di Abbey Road con i quattro Beatles che attraversano la strada. Si è pensato che la scena volesse ricordare una processione funebre, inoltre, Paul è l’unico a piedi nudi e fuori passo rispetto ai compagni come a volersi estraniare, come se fosse ormai lontano da tutti gli altri.

Infine, presunte prove, si nasconderebbero in brani celebri della band in cui si sentirebbero esplicitamente le parole “Lui è morto”. Nonostante Paul McCartney abbia smentito le voci di un suo ipotetico decesso, l’ironia con cui l’ha fatto forse non è bastata a placare gli animi della stampa e dei fan di tutto il mondo tant’è che ancora oggi è argomento di discussione e, addirittura, di analisi biometriche effettuate in base alle foto del volto dell’ex Beatle.

Una trovata pubblicitaria? Una storia vera? Al momento nessuno è riuscito a rispondere con certezza a queste domande e, probabilmente, il mistero rimarrà per sempre irrisolto. Di certo il rompicapo continua a incuriosire e, forse, a far divertire tutti gli appassionati ed è quanto basta per andare avanti.