L'età dei Severi e di Diocleziano

La scultura dell'età dei Severi, caratterizzata dal vivace colorismo, è documentata a Roma dall'Arco di Settimio Severo (imperatore dal 193 al 211), che nelle file sovrapposte di figure ripete lo schema del fregio continuo, e, a Leptis Magna, dall'Arco quadrifronte e dai pilastri della basilica, opera di artisti della scuola di Afrodisi. La scultura romana del sec. III è rappresentata soprattutto da ritratti, spesso dai lineamenti contratti e dolorosi, e dai sarcofagi, con figure sovraffollate e talora deformate, ma di intensa espressività e con figurazioni simboliche genericamente orientali. Nell'arco quadrifronte di Galerio a Salonicco, con scene allegoriche più che belliche, le teste dei tetrarchi (secondo la divisione dell'impero in quattro operata da Diocleziano) presentavano la visione stereometrica propria del tardoantico.

Nella pittura non mancano forme classicheggianti, anche nella sorgente arte cristiana.

Tra le ultime grandiose realizzazioni architettoniche figurano le Terme di Caracalla (211-217) nelle quali erano presenti i grandi mosaici con gladiatori, e le Terme di Diocleziano (284-305) a Roma oltre che il suo palazzo di Spalato, nonché i monumenti imperiali di Treviri.