I filosofi ionici: Talete, Anassimandro, Anassimene, Eraclito

Talete

Vive a Mileto nella prima metà del sec. VI a.C.; non ha lasciato nulla di scritto. Le testimonianze di Aristotele e Diogene Laerzio lo fanno considerare l'iniziatore della filosofia della natura, o ph´ysis, e più in generale della filosofia in senso lato, perché è il primo a porsi un problema di portata universale: si chiede qual è l'origine del tutto e dà una risposta di tipo esclusivamente razionale e non mitico-religiosa, ricercando un unico principio generale da cui dedurre induttivamente la spiegazione di tutti i fenomeni naturali. All'origine del tutto egli pone l'acqua, constatando che l'umidità, poiché è presente in tutte le cose, si presta a essere considerata sia come il costituente, sia come il fondamento di tutte le realtà. Talete attribuisce al principio-acqua carattere divino, affermando, per esempio, che "tutto è pieno di dei", ribadendo il concetto della sua ubiquità e originarietà. Inoltre se tutto è costituito dall'acqua, tutta la natura è intrinsecamente animata (ilozoismo), non esistendo distinzione fra esseri animati e inanimati.