Il nuovo epos di Apollonio Rodio

Le novità dell'epos di Apollonio

La lunghezza del poema (notevole, se paragonata alla concentrata brevità di Callimaco, ma molto ridotta rispetto a quella dei poemi epici tradizionali), le numerose digressioni erudite, ma specialmente l'introduzione dell'elemento erotico (con la raffinatissima psicologia con cui è studiato il primo manifestarsi dell'amore nell'animo di Medea) caratterizzano la novità dell'epos di Apollonio.

Quanto all'estensione delle Argonautiche il poeta rispetta il precetto aristotelico espresso nella Poetica: per comporre un'opera organica e unitaria, il poema epico deve essere tale “che con la mente se ne possa abbracciare il principio e la fine”. Per Aristotele, infatti, la misura ideale corrispondeva al tempo di una giornata, entro il quale di solito si rappresentava una tetralogia tragica. Altra caratteristica del nuovo epos di Apollonio è l'esposizione frammentaria e discontinua degli avvenimenti (si è parlato a questo proposito di “poema del frammento”) a causa delle parecchie divagazioni su cui il poeta ama soffermarsi, sostituendo alla lineare progressione omerica una narrazione episodica e digressiva. Attraverso un procedimento centrifugo, gli epilli o bozzetti si diramano a partire da uno stesso racconto conduttore e creano così una narrazione su piani multipli in cui la vicenda presente degli Argonauti si interseca e si confonde con il passato del mito degli aìtia. A livello tematico, l'innovazione più consistente è rappresentata dall'introduzione dell'elemento erotico all'interno di un poema epico, in aperta opposizione all'epos tradizionale.

Anche il linguaggio esprime una precisa volontà di sperimentazione, a partire dalla sofisticata reinterpretazione del codice espressivo usato da Omero: pur volendo imitare la lingua e lo stile dei poemi omerici, attraverso studiate variazioni lessicali, Apollonio mette in luce la distanza e lo scarto dal modello omerico, come dimostra il valore nuovo assunto delle similitudini.