Approfondimenti

La Biblioteca di Alessandria d'Egitto

Tolomeo I Soter, primo governatore greco, si impegnò a trasformare Alessandria, fondata da Alessandro Magno nel 332 a.C. , nella capitale del Mediterraneo e nella capitale della cultura ellenistica. Affidò il progetto urbanistico della città all'architetto Dinocrate il quale modificò notevolmente la pianta disegnata dagli architetti greci interpellati da Alessandro ed introdusse elementi di grande novità. Fece congiungere con una diga, lunga più di un chilometro, l'isola di Faro antistante la città, al litorale di Alessandria: su questa striscia di terra fu costruito il Faro – incluso tra le sette meraviglie del mondo – una torre alta 120 metri per segnalare alle navi il porto. Le costruzioni più prestigiose tuttavia furono la Biblioteca (da “bibliòn”, libro e “thèke”, deposito) e il Museo (“casa delle Muse”) attorno a cui gravitavano i più celebri scienziati e letterati del mondo greco, mantenuti a spese della corte. La Biblioteca fu potenziata soprattutto da Tolomeo II Filadelfo il quale affidò l'organizzazione al filosofo peripatetico Demetrio Falereo. L'attività dei dotti alessandrini coinvolse i settori e gli ambiti più diversi, dagli studi letterari a quelli scientifici, ma un posizione essenziale fu senz'altro riservata alla filologia: molti filologi, tra cui Callimaco, si dedicarono alla classificazione, correzione e commento dell'opere classiche, a partire dai poemi omerici, e anche alla traduzione in greco di opere straniere, tra cui la Bibbia, tradotta nella celebre versione “dei Settanta (iniziata verso il 200 a.C.). Durante il governo della dinastia tolemaica la Biblioteca raggiunse fama internazionale sia per gli studiosi che la frequentavano (per esempio geometri e scienziati del calibro di Euclide ed Eratostene) sia per l'altissimo numero di volumi papiracei contenuti (si pensa più 700.000). Quando poi l'Egitto divenne provincia romana (30 a.C.), gli imperatori trascurarono questo patrimonio culturale e ne provocarono il declino finché, nel 280 d.C., l'imperatore Aureliano saccheggiò Alessandria distruggendo la Biblioteca.