Nascita della letteratura tedesca

Carlo Magno e lo spirito della nascente lingua tedesca

Gli storici della letteratura individuano la transizione dalla letteratura germanico-pagana alla letteratura tedesco-cristiana in particolare nelle iniziative culturali assunte da Carlo Magno (768-814), dapprima re dei Franchi (768) e poi imperatore del Sacro Romano Impero (800). Erede di una tradizionale politica di alleanza con la Chiesa di Roma già avviata dai re merovingi, Carlo intese ripristinare sotto la sua autorità l'unità che l'Europa occidentale aveva già sperimentato con l'Impero di Roma. A tal fine mise in atto un'opera indefessa di cristianizzazione con la quale accompagnò la propria strategia di espansione militare, fornendo unità religiosa e compattezza morale ai popoli del suo nuovo Impero. Carlo non cessò mai di proporsi quale difensore della fede, re e imperatore dei popoli latinizzati e cristianizzati. Ai suoi occhi la terra dei Tedeschi rappresentava il cuore stesso della sua creatura politica, anche perché poteva apparirgli territorio vergine, privo com'era ancora di una precisa fisionomia, e pertanto più facilmente modellabile secondo i dettami culturali del nascente feudalesimo politico e del cristianesimo eletto a vero e proprio instrumentum regni. Entro tale quadro la lingua scritta tedesca veniva dunque a prodursi e a diffondersi intrinsecamente al programma amministrativo e culturale dell'impero: la letteratura che di qui avrebbe gradualmente preso corpo non avrebbe evidentemente potuto avere ad oggetto un qualcosa di estraneo alla dottrina religiosa cristiana, dal momento che i processi di formazione, acculturazione ed evangelizzazione venivano a tracciare un unico percorso.

La Schola Palatina e Alcuino

Il luogo per eccellenza della formazione alla cultura cristiana venne fondato da Carlo già nel 780 con l'istituzione della Schola Palatina. A tale scuola trovarono accesso i futuri esponenti dell'alto clero, cioé coloro che avrebbero occupato le cariche ecclesiastiche di maggior prestigio, ai quali venivano nel frattempo insegnate le arti del trivio e del quadrivio.

Fu Alcuino (Alhwin), erudito anglosassone (York 735 - Tours 804) diacono di York e già direttore della scuola locale, a guidare per dieci anni (786-96) la Scuola Palatina, organizzandola e adoperandosi per il recupero di antichi manoscritti. Egli si ispirava alla riforma avviata nel mondo anglosassone dallo storico Beda il Venerabile (Jarrow, Northumbria, 672 - 735) per il ritorno all'imitazione dei canoni del latino classico e per il ripristino dell'ortodossia cattolica nei centri di culto. A Beda si devono testi di esegesi biblica, grammatica, metrica, cronologia, aritmetica, un'erudita Storia ecclesiastica dell'Inghilterra (Historia ecclesiastica gentis Anglorum), oltre una traduzione del Nuovo Testamento in anglosassone e l'enciclopedia di scienze naturali Sulla natura. Analogamente gli interessi e l'opera di Alcuino non ebbero confini: scrisse, in versi e in prosa, di teologia, morale, retorica e grammatica. Il suo vasto epistolario testimonia inoltre la mentalità improntata alla chiarezza e disposta all'ordine, a quella lucidità e regolarità di cui si giovarono le sue capacità organizzative.