La forma della Terra

Già alcuni secoli prima di Cristo i pensatori greci erano giunti alla conclusione che la Terra, contrariamente a un'opinione allora comune, non era piatta, ma aveva forma sferica. Varie sono le prove indirette a favore della sfericità della Terra; tra queste ne segnaliamo due.

Guardando una nave che prende il largo, questa sembra affondare, cioè scompare prima lo scafo e infine le vele; se la Terra fosse piatta, si osserverebbe che la nave, allontanandosi, diventa sempre più piccola, ma comunque la si vedrebbe sempre tutta intera.

Un'altra prova della sfericità della Terra si basa sull'osservazione delle stelle. Supponiamo che due osservatori, in luoghi diversi del pianeta, osservino alla stessa ora una stessa stella: se la Terra fosse piana, l'astro apparirebbe alla stessa altezza sull'orizzonte; invece, a causa della curvatura della superficie terrestre, la sua posizione viene valutata ad altezze diverse in funzione della latitudine a cui si trovano gli osservatori.

In realtà, la Terra non è perfettamente sferica, ma presenta un sensibile rigonfiamento lungo la fascia equatoriale e uno schiacciamento in corrispondenza delle regioni polari (si tratta comunque di uno schiacciamento minimo: il raggio equatoriale supera quello polare di circa 21 km); possiamo in prima approssimazione paragonare la forma della Terra a quella di un ellissoide di rotazione, solido che si genera facendo ruotare un'ellisse attorno al suo asse minore.

Abbiamo detto in prima approssimazione perché, in effetti, a causa della disomogenea distribuzione del materiale all'interno della Terra e della presenza di rilevi e depressioni sulla sua superficie, non si può ricondurre con precisione la sua forma a un ellissoide, bensì a un geoide, cioè a un solido ideale in cui la superficie è perpendicolare in ogni suo punto alla direzione del filo a piombo (se la Terra fosse costituita da materiali omogenei, l'ellissoide e il geoide dovrebbero coincidere); rispetto all'ellissoide di riferimento, il geoide non si discosta, comunque, in nessun punto per una distanza maggiore di 200 m (fig. 5.1).