Lessico

sf. [sec. XIV; da divinare]. L'arte di predire il futuro; per estensione, intuizione, anticipazione di ciò che avverrà; anche il fatto intuito.

Religioni: generalità

Pratica fondamentale in religioni di tipo arcaico o primitivo, il suo modo d'azione è riducibile a tre successivi momenti: c'è una crisi, si consulta quindi un oracolo per conoscere i mezzi adatti a superare la crisi. La crisi può essere occasionale o periodica. Nel primo caso (malattie, disgrazie, infortuni, ecc.) la consultazione è pure occasionale; nel secondo (tipicamente: l'inizio dell'anno sentito come un momento critico) la consultazione è fissata a una data precisa e i suoi effetti coprono tutto il periodo di tempo che va fino alla ricorrenza di quella data. Tipico esempio di consultazione annuale è quello delle antiche popolazioni latine presso l'oracolo di Fortuna a Preneste (odierna Palestrina). Talora le occasioni di consultazione sono istituzionalizzate: per esempio, quando si dà inizio a una spedizione di caccia o di guerra, a una fondazione, ecc.; presso molte culture è previsto un rito divinatorio che assicuri i mezzi religiosi per condurre felicemente l'impresa.

Religioni: sistemi di divinazione

Gli strumenti oracolari sono diversi, secondo le concezioni religiose: possono essere persone particolarmente dotate (indovini carismatici, sciamani) che, per lo più in stato di trance, indotta mediante droghe o danze estatiche, rispondono ai quesiti che vengono loro posti; oppure sono cose, mezzi meccanici che, opportunamente adoperati (e spesso da persone specializzate: altro tipo di indovini), danno un segno positivo o negativo come risposta, per esempio gli strumenti a frizione tanto diffusi in Africa; possono essere “segni” estratti a sorte o, come nella testa o croce, risultanti dalla gittata a caso di oggetti che abbiano almeno due diverse facce o, ancora, il risultato della combinazione casuale di oggetti diversi o diversamente marcati (cleromanzia, geomanzia). I “segni” oracolari, oltre che prodotti, possono essere cercati nel mondo circostante: un volo o un canto d'uccelli (ornitomanzia), il passaggio o il grido d'un animale, le viscere di una vittima sacrificale (aruspicina, epatoscopia), le linee della mano (chiromanzia), la posizione degli astri (astrologia), una manifestazione meteorologica o un qualche avvenimento inteso come un portento (teratomanzia), ecc.; tra i “segni” che si presentano spontaneamente potremmo comprendere i sogni (oniromanzia), anche se essi a volte sono “procurati” dormendo in un particolare luogo sacro (incubazione). La perplessità denotante la crisi può essere superata in una sola risposta, ma per lo più il risultato viene perfezionato con la prescrizione di un comportamento rituale (ossia istituzionalizzato); in esso, infatti, il soggetto si trova ad agire difeso da tutto un patrimonio di tradizioni che gli permettono di reinserirsi nella vita di gruppo da cui la crisi l'aveva temporaneamente staccato: la reintegrazione sociale è lo sbocco che la divinazione offre alla crisi. La crisi soggettiva (o naturale) viene così integrata in quel sistema di valori che costituisce una cultura. Il disagio che ha dato origine alla crisi e genera l'angosciosa sensazione di essere agiti (=incapacità di agire), si configura in fattori o poteri extraumani che il processo divinatorio rivela come “agenti”, fornendo al tempo stesso il modo di mettersi in contatto con essi (=possibilità di un'azione). Gli “agenti”, secondo le diverse culture, possono essere spiriti, antenati, divinità, ecc., ma anche forze impersonali (magia, stregoneria, ecc.) occasionalmente adoperate contro il soggetto da un essere umano, un suo avversario segreto. Si tratti di svelare le operazioni magiche di un avversario o di scoprire il mistero dell'extraumano, la “rivelazione” è la funzione essenziale della divinazione. Nel cristianesimo la “Rivelazione” è affidata a “sacre scritture” e la funzione divinatoria viene quindi a cessare; tuttavia nel protestantesimo si trova l'uso della rivelazione divinatoria quando si apre a caso la Bibbia e dalla lettura di un versetto si desume la risposta che risolverà la situazione (bibliomanzia, con precedenti nella tradizione ebraica). Questa consultazione non è priva di riscontri: la troviamo, per esempio, nella cultura cinese, in quella messicana, ecc. e persino nell'antica Roma, dove un collegio sacerdotale era appositamente addetto alla consultazione dei libri Sibillini. Nella rivelazione si esplica la creatività religiosa della divinazione, dalla cui logica derivano concetti quali la stregoneria (la cui genesi si può scoprire mediante un processo divinatorio), la fortuna o la sorte (collegata alle pratiche cleromantiche, ossia alla divinazione affidata al caso), nonché il sistema di rapporti con l'extraumano (spiriti, antenati, dei, ecc.). Queste diverse concezioni, che per la nostra cultura sono genericamente comprese nella categoria del metafisico o del sovrannaturale, nelle culture in cui la divinazione esercita appieno la sua funzione potrebbero comprendersi nella categoria, per noi insignificante, dell'“indovinabile”. Tale creatività giustifica la ricerca di filoni culturali qualificabili con le forme di divinazione prescelte. Per esempio, un'opposizione significativa è dovunque quella tra mantica ispirata e cleromanzia. Quest'opposizione qualifica, tra l'altro, le culture nordamericane rispetto alle culture africane: in America non si riscontra cleromanzia (le forme cleromantiche sono usate come giochi d'azzardo) ma la mantica ispirata (azione dello sciamano in stato di trance), mentre in Africa domina proprio la cleromanzia. Il rifiuto dell'una o dell'altra pratica diventa ugualmente significativo: è il caso di Roma antica, che accetta e istituzionalizza la ricerca di segni obiettivi (il collegio sacerdotale degli auguri doveva assicurare l'assenso divino a ogni decisione pubblica), ma rifiuta la cleromanzia, anche nella forma di gioco d'azzardo (perseguito dalle leggi romane). Ci sono culture che cominciano proprio nel segno della divinazione: le più antiche testimonianze della civiltà cinese sono date dagli “ossi” di Anyang (il luogo del rinvenimento), ossia gusci di tartaruga od ossa piatte (tipo scapole, donde il nome di scapulomanzia) che venivano passati al fuoco: le fenditure prodotte dal calore davano il responso. Così pure è da rammentare l'astrologia come componente essenziale delle culture mesopotamiche. Nella classificazione delle numerosissime pratiche divinatorie è bene tener presente che se i prodotti ultimi ci appaiono estremamente differenziati, in realtà gli arnesi e i meccanismi logici della divinazione sono genealogicamente collegati tra loro. Valga da esempio la freccia con cui si indovina mediante l'estrazione a caso dalla faretra (contenente frecce normali e una o più contrassegnate) o mediante il lancio per aria e l'osservazione del modo o del punto di caduta; è possibile partire dalla freccia divinatoria (belomanzia) per la ricostruzione di una storia che conduce sia alla divinazione per mezzo di bastoni (rabdomanzia) sia alla divinazione per mezzo di dadi e, finalmente, di carte (cartomanzia), strumenti entrambi di gioco d'azzardo oltre che di divinazione.

Bibliografia

G. Contenau, La divination chez les Assyriens et les Babyloniens, Parigi, 1940; N. K. Chadwick, Poetry and Profecy, Cambridge, 1942; R. Flacelière, Devins et oracles grecs, Parigi, 1961; R. Bloch, Les prodiges dans l'antiquité classique, Parigi, 1963; T. Fahd, La divination arabe, Leida, 1966; R. Bloch, Prodigi e divinazioni del mondo antico, La Spezia, 1989.

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