Cannizzaro, Stanislào

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chimico italiano (Palermo 1826-Roma 1910). Dopo aver compiuto studi di medicina, fu allievo di R. Piria all'Università di Pisa. Nel 1848 prese parte alla rivolta siciliana ma, fallita l'insurrezione, fu costretto a fuggire a Parigi dove lavorò presso il laboratorio di Chevreul. Rientrato in Italia (1851), insegnò al Collegio nazionale di Alessandria e nelle università di Genova (1856-61), Palermo (1861-71) e Roma (dal 1871). Nello stesso anno fu nominato senatore. Contributo fondamentale di Cannizzaro allo sviluppo della chimica moderna furono la riesposizione in forma chiara e coerente dell'ipotesi di Avogadro, fino ad allora praticamente ignorata, e la sua assunzione a fondamento della teoria atomica. Ciò consentì di precisare i concetti di peso atomico, peso molecolare e peso equivalente e costituì l'indispensabile premessa alla classificazione periodica degli elementi. Queste tesi, esposte nel Sunto di un corso di filosofia chimica (1858), furono presentate al Congresso internazionale di chimica tenuto a Karlsruhe nel 1860 e accolte dalla maggioranza dei chimici presenti. Tra le altre ricerche condotte da Cannizzaro vanno ricordate quelle sulla santonina, sulla cianammide, in collaborazione con Cloez, e la reazione nota sotto il suo nome che lo condusse a scoprire l'alcol benzilico.

Reazione di ossidoriduzione attraverso la quale una molecola di una aldeide si riduce ad alcol a spese di una seconda molecola della stessa aldeide che si ossida ad acido

Processi di ossidoriduzione del tipo della reazione di Cannizzaro vengono provocati da particolari enzimi e rivestono un ruolo importante in molti processi biologici, come per esempio nella fermentazione alcolica.

Regola enunciata nel 1859 che ha permesso la determinazione del peso atomico degli elementi. Secondo la regola di Cannizzaro, tale determinazione si effettua stabilendo mediante opportune analisi la quantità dell'elemento considerato che è contenuta nella grammomolecola di alcuni suoi composti: il peso atomico dell'elemento è la più piccola quantità contenuta nei pesi molecolari dei suoi composti. Così, esaminando la composizione percentuale di vari composti dell'ossigeno, si troverà per esempio che la grammomolecola di uno di essi contiene 16 g di ossigeno, quella di un altro ne contiene 32, quella di un altro 48, ecc. Il peso atomico dell'ossigeno sarà uguale a 16: la grammomolecola del primo composto conterrà infatti un grammoatomo di ossigeno, quella del secondo ne conterrà due, ecc.

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