Cappadòcia (regione storica)

Indice

Generalità

Regione storica dell'Asia Minore, nella Turchia centrale. Situata nel cuore dell'altopiano anatolico e priva di sbocco al mare, è compresa fra i rilievi del Ponto a N, le catene dell'Antitauro e del Tauro di Cilicia a S, l'Armenia a E, la Licaonia e la Galazia a W. Il territorio è costituito dall'alto e medio bacino del fiume Kızılırmak, che l'attraversa in direzione NE-SW, e culmina a 3916 m nell'Erciyas dağı. Prevalentemente steppico, tranne che nella sezione nordorientale, ricoperta di boschi, è poco popolato. Agricoltura (cereali, tabacco) e allevamento ovino costituiscono le attività principali della popolazione. Centro principale è Kayseri, l'antica Cesarea.

Storia

Ai primordi della sua storia la regione conobbe l'influenza politica e culturale dell'Assiria, ma ebbe ben presto splendore e potenza propri, diventando il centro dell'Impero ittita. A tanta gloria secolare seguì un lunghissimo periodo di oscurità, né il suo destino migliorò quando soggiacque (sec. VI a. C.) alla dominazione del Regno di Lidia e quando, alla caduta di questo, fu trasformata in satrapia dell'Impero persiano. Il macedone Perdicca vinse il satrapo Ariarate I e nel 321 a. C. dominò sulla regione. Vent'anni dopo (301 a. C.), nei torbidi seguiti alla battaglia di Ipso, i Cappadoci riuscirono a riconquistare la propria indipendenza; questa ebbe nel 256 a. C. il riconoscimento di Antioco II di Siria a opera del re Arianne. Assieme ad Antioco III il re Ariarate IV si batté contro i Romani a Magnesia (189 a. C.), ma la sconfitta lo costrinse ad accettare l'alleanza di Roma. Era praticamente la fine dell'effimera indipendenza: l'ingerenza di Roma divenne sempre più pesante e nel 17 d. C. la Cappadocia fu ridotta a provincia romana, con il governo di un procuratore imperiale. Vespasiano la unì alla Galazia e Diocleziano la smembrò in sette piccole province.

Arte

La civiltà della Cappadocia si è sviluppata, sin dalle origini, sotto la spinta di influenze e di popoli diversi. La storia delle esperienze artistiche viene quindi condizionata dalle varie presenze che si sono avvicendate nel territorio, ma acquista una fisionomia precisa e caratteri di elaborazione originale sotto la spinta del cristianesimo. Le numerose chiese paleocristiane si presentano con grande varietà di forme; nell'accezione basilicale a una o più navate, con pianta ottagonale e, dopo il sec. VI, quando la Cappadocia gravitava già nell'orbita bizantina, a croce libera e a croce inscritta. La tecnica costruttiva, che si serve di paramenti a forti blocchi squadrati e spesso di un sistema di copertura ad ampie lastre litiche sorrette da arconi trasversali, adotta presto la cupola, risolvendone l'innesto con sistemi diversi. Caratteristica precipua della regione è l'architettura religiosa rupestre, ben documentata nella vallata di Ürgüp. Di forme varie (ad aula rettangolare o a navate, con volta a botte o a soffitto piano con una o più absidi; a croce libera o a croce inscritta) le chiese e le cappelle rupestri presentano una ricca decorazione pittorica interna, disposta in registri paralleli e ispirata ai racconti evangelici. Una ricca stagione della pittura religiosa in Cappadocia ebbe corso dal sec. IX al sec. XIV. Di carattere essenzialmente popolare, questa pittura rivela, accanto a forti componenti locali, influssi dell'arte bizantina. Nel 1985 i siti rupestri della Cappadocia sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

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