Massenet, Jules-Émile-Frédéric

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compositore francese (Montaud, Saint-Étienne, Loire, 1842-Parigi 1912). Studiò al Conservatorio di Parigi, dove ebbe come insegnanti A. Laurent, A. Thomas, N. H. Reber e F. Bazin, al quale succedette molti anni dopo (1878-96) alla cattedra di composizione. Nel 1863 vinse il Prix de Rome con la cantata David Rizzio e venne in Italia. Durante il soggiorno italiano (circa tre anni), stese la prima Suite per orchestra, un'Ouverture de Concert, il Requiem, l'abbozzo del dramma sacro Marie-Magdeleine. Tornato a Parigi (1865), si mise in luce con la raccolta di liriche da camera Poème d'avril, influenzata da Schumann, con alcuni lavori sinfonici e con un'operina teatrale ricca di brio, La grand-tante (1867, opéra-comique). Da allora si dedicò al teatro. Il primo vero successo fu Marie-Magdeleine (1873), cui seguirono Le roi de Lahore (1877), Hérodiade (1881), Manon (1884), Le Cid (1885), Werther (1892), Thaïs (1894), Le portrait de Manon (1894; Il ritratto di Manon), Sapho (1897), Cendrillon (1899; Cenerentola), Le jongleur de Notre-Dame (1902; Il giocoliere di Notre-Dame), Don Quichotte (1910), per citare solo le opere più acclamate. Per unanime consenso Manon e Werther, tratte rispettivamente dall'omonimo romanzo di Prévost e dai Dolori del giovane Werther di Goethe, sono i capolavori in cui Massenet trovò la propria vena più autentica, incline alla sottile ed elegante esplorazione dell'animo femminile, a sensuali dolcezze, a voluttuose e struggenti malinconie. Nella storia dell'opera francese Massenet si ricollega idealmente a Gounod e con la sua sensibilità più analitica e sottile afferma un gusto in parte nuovo. Insieme a Bizet influenzò Puccini e la “giovane scuola” italiana; dal suo modello appare condizionato anche il primo Debussy. Fecondo compositore, lasciò inoltre tre balletti, musiche di scena (per la Fedra di Racine), tre oratori, una messa da requiem a 8 voci, musica sinfonica, composizioni corali, musica vocale e sonate per pianoforte.

Bibliografia

A. Coquis, Massenet, Parigi, 1965; J. Harding, Massenet, Londra, 1970; P. Bessand-Massenet, Massenet, Parigi, 1979; O. T. Salzer, The Mascagni Compendium, Fort Lee, 1984; Z. Bowman, Essai sur la Manon, Parigi, 1987.

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