Samo (isola)

Indice

provincia (nomós) della Grecia, nella regione Egeo Settentrionale, 778 km², 43.015 ab. (stima 2005), 55 ab./km², capoluogo Samo.

Generalità

L'isola greca di Samo, unitamente alla vicina isola di Nicaria e all'arcipelago di Foúrnoi, costituisce il nomós omonimo. L'isola si trova nel Mar Egeo, nel gruppo delle Sporadi Meridionali, di fronte alla costa occidentale dell'Anatolia, da cui è separata tramite uno stretto di soli 2,4 km di ampiezza. Percorsa da W a E da una dorsale cristallina culminante a 1433 m nel m. Kerketeús, Samo si abbassa verso SE in una pianura costiera coltivata. I centri principali sono Samo (6100 ab. nel 2001), Vathý e Chora. In greco, Sámos; in turco, Sisam.

Storia

L'insediamento antico (Tigani) è di origine tardo-neolitica, con successive fasi di Minoico antico I e II, Cicladico antico I e II, Cicladico medio I e Miceneo medio. La più antica occupazione ricordata dalla tradizione fu cario-egea. Sino dalla metà del II millennio si formò nell'isola una cultura egeo-asiatica che strinse legami con Creta e l'Anatolia; in seguito Samo fu occupata dagli Ioni (che introdussero il culto di Hera, sec. XI-X a. C.) e fu inclusa nella loro lega, divenendone uno dei centri più importanti, come dimostrano le fondazioni coloniali di Amorgo, Samotrace, Perinto (fine del sec. VII a. C.) e, in Italia, Dicearchia (Pozzuoli, sec. VI a. C.) e Zancle (Messina). Samo fu retta nel sec. VI a. C. da una serie di tiranni, il più famoso dei quali fu Policrate (ca. 540-ca. 522 a. C.), che dette alla città un notevole sviluppo urbanistico. Policrate fu assassinato e gli succedettero altri tiranni, Meandro, Silosonte (fratello di Policrate) ed Eace, cui seguì una fase democratica che favorì l'emigrazione di gruppi samii verso la Sicilia e la Magna Grecia. Dal 478-77 a. C. fece parte della Lega delio-attica, cui cercò invano di ribellarsi nel 440 a. C. Da Samo partì nel 411 a. C. la riscossa democratica ateniese contro il governo dei tiranni e Samo ebbe un governo democratico fino al 404 a. C. La sconfitta ateniese di Egospotami provocò nell'isola il ritorno degli oligarchici. Occupata dagli Ateniesi con una cleruchia nel 365 a. C., ottenne in età ellenistica un'autonomia solo formale; nel 189 a. C. entrò nell'orbita romana come città libera. Alla fine del sec. III d. C. fu compresa nella provincia delle isole.

Arte

Dell'antica città è noto e in parte conservato il perimetro delle mura del sec. VI a. C., che racchiudono anche l'acropoli, a sua volta fortificata, e sono stati riconosciuti vari elementi dell'impianto urbano (i due porti interni alle mura, l'agorá, il teatro, i ginnasi, l'acquedotto, un tunnel di 1 km scavato nel sec. VI a. C. da Eupolino di Megara). Il famoso santuario di Hera (Heraion), che risale probabilmente ai sec. XI-X a. C., si trovava a 5 km dalla città, sul luogo di un abitato preistorico, e intorno a esso andò sviluppandosi in epoca arcaica una fiorente scuola di scultori. Assai complessa è la storia delle sue diverse fasi architettoniche: particolarmente ricchi e imponenti furono i templi del sec. VI a. C. nelle realizzazioni dovute agli architetti Reco e Teodoro e al tiranno Policrate. Tra le opere plastiche vanno ricordati il gruppo di Genéleos, l'Hera di Cheramyes, un Kûros da Capo Fonea, nonché bronzi e terrecotte.

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