sm. [sec. XIX; da alcol].

Definizione

Condizione tossica a lungo decorso e spesso irreversibile provocata dall'uso abituale e prolungato di bevande alcoliche. L'alcolismo determina uno stato di sofferenza anatomica e funzionale che interessa quasi tutte le strutture organiche con netta prevalenza delle strutture nervose. L'alcolismo è considerato una malattia a esordio insidioso, che si presenta con sintomi tipici e proporzionali alla sua gravità. Il consumo di grandi quantità di alcol etilico in genere causa una significativa tossicità clinica, danni organici e pericolose crisi di astinenza.

Medicina: generalità

Dal punto di vista medico l'alcolismo si distingue in acuto e cronico. Nell'alcolismo acuto l'intossicazione è caratterizzata da un graduale passaggio dall'effetto piacevole ed euforizzante della bevanda alcolica (allegria, socievolezza) sino alla comparsa di un'alterazione motoria e ideativa che può giungere anche allo stato di coma alcolico (completa anestesia, disturbi della respirazione, diminuzione della temperatura corporea, abolizione dei riflessi, ecc.), stadio che può condurre al collasso e alla morte, oppure può risolversi con il ritorno alla normalità. Una fase intermedia fra alcolismo acuto e alcolismo cronico è rappresentata dalla cosiddetta ubriachezza patologica, rilevabile soltanto in soggetti con caratteristiche psicopatiche costituzionali; si tratta, in genere, di individui che hanno una personalità abnorme, relativamente instabile, o sono portatori di piccole lesioni organiche del sistema nervoso centrale che abitualmente rimangono silenti e che vengono rivelate da stimoli nocivi di origine esterna. Tale eccesso di ubriachezza insorge improvvisamente, anche in seguito al consumo di piccole quantità di alcolici, ed è contraddistinto da agitazione psicomotoria, allucinazioni visive, impulsi violenti. Nell'alcolismo cronico si verifica una completa dipendenza del soggetto dall'alcol che viene assunto a intervalli di tempo sempre più ravvicinati. L'individuo che ha incominciato a bere è spinto a farlo in continuazione per cercare di mitigare alcuni disturbi che gradualmente insorgono, come il malessere mattutino, una certa incoordinazione dei movimenti, il tremore delle dita, ecc. L'alcolismo cronico può provocare disturbi somatici (problemi gastrointestinali, epatite, cirrosi, miocardiopatia accompagnata spesso da aritmie, pancreatite, ipoglicemia da insufficiente apporto alimentare, danni neurologici, come la degenerazione dei nervi periferici) e disturbi psichici (progressivo decadimento del senso etico, riduzione dei poteri volontari inibitori, alterazioni intellettive con diminuzione della memoria, ecc.). La sindrome da astinenza comporta un insieme di sintomi che accompagna la sospensione dell'alcol e inizia in genere da 12 a 48 ore dopo l'ultima assunzione. Nella forma lieve si hanno tremori, debolezza, sudorazione, iperreflessia e disturbi gastrointestinali. Se invece l'astinenza improvvisa si verifica dopo un uso eccessivo e prolungato di alcol, può determinare la cosiddetta allucinazione alcolica, caratterizzata da illusioni e allucinazioni uditive, spesso a contenuto accusatorio e minaccioso. Il delirium tremens comincia di solito da 48 a 72 ore dopo la sospensione dell'alcol con attacchi d'ansia, stato confusionale crescente, disturbi del sonno con incubi o illusioni notturne, sudorazione profusa e profonda depressione. Tra le complicanze dell'alcolismo cronico si annoverano l'encefalopatia di Wernicke, la degenerazione cerebellare, la malattia di Marchiafava-Bignami, il delirio di gelosia proprio dei bevitori, la polineurite alcolica e la sindrome di Korsakov. Le alterazioni istopatologiche più frequentemente rilevabili nell'alcolismo cronico sono di tipo diffusivo, a carico della corteccia cerebrale, e di tipo focale, con localizzazione prevalentemente ventricolare, ipotalamica e mesencefalica.

Medicina: cause e terapie dell'alcolismo

Non sono stati dimostrati difetti genetici o biochimici capaci di condurre un individuo all'alcolismo: la percentuale di figli di alcolisti con problemi legati all'alcol è infatti solo leggermente maggiore rispetto a quella della popolazione generale. Le cause dell'alcolismo, dunque, possono essere di origine sociale, familiare, ambientale, professionale e di ordine più propriamente patologico, per quanto gli studi orientati a esaminare i tipi di personalità abnormi che possono esservi alla base non siano riusciti a identificare una struttura di personalità univoca. Tra gli alcolisti cronici si possono trovare personalità psicasteniche, ossessive, depressive, schizoidi, instabili con caratteristiche epilettiche e schizofreniche. Esistono, tuttavia, turbe della personalità che sembrano tipiche dell'alcolista; i tratti più costanti rilevati sono: immaturità emozionale, incapacità di superare le difficoltà della vita e di intraprendere valide relazioni sociali, desiderio di fuga, passività, dipendenza, ansietà. Per la terapia dell'alcolismo cronico può essere necessario il ricovero in strutture idonee dove si pratica il trattamento disintossicante e si cerca di modificare l'atteggiamento del paziente rispetto all'alcol ricorrendo alla rassicurazione e al supporto psicologico. Esistono anche numerosi gruppi di autoaiuto, cui partecipano ex etilisti che sono riusciti a guarire e mettono a disposizione di chi sta tentando di disintossicarsi la propria esperienza e il proprio sostegno. Nel campo profilattico si ritiene che sia particolarmente importante la propaganda antialcolica, specie fra i giovani, dato che l'età in cui compare l'abuso alcolico tende ad abbassarsi.

Sociologia: l'alcolismo come malattia sociale

L'alcolismo costituisce tuttora in molte regioni del mondo il maggiore problema sociale, economico e di salute pubblica. Sicuramente connesso a ragioni socioculturali, in determinate circostanze conosce significative variazioni anche all'interno di una stessa realtà nazionale, come negli USA degli anni Dieci e Venti o nell'URSS degli anni Settanta e Ottanta del Novecento. Le politiche proibizionistiche hanno avuto ovunque scarso successo nel contrastare in modo duraturo il fenomeno, permanendo le sue radici sociali. È infatti possibile distinguere differenti tipologie, dal tradizionale alcolismo della società contadina a quello che esprime la condizione di marginalità metropolitana ai giorni nostri. Marginalità che non appare sempre e necessariamente connessa a condizioni di disagio socioeconomico, se è vero che il fenomeno dell'alcolismo tende a estendersi ai ceti superiori (oltre che al sesso femminile). Anche se le comparazioni internazionali sono metodologicamente difficili, alcune stime calcolano che negli USA e nela Russia esistono diversi milioni di alcolisti, mentre in Europa occidentale le malattie alcoliche presentano valori socialmente allarmanti; inoltre, l'incidenza dell'alcolismo tra le donne, i bambini e gli adolescenti risulterebbe in aumento e il rapporto tra uomini e donne sarebbe di 4:1. Oltre a rappresentare una delle principali cause di morte, l'alcolismo è anche in sicura correlazione con la frequenza degli incidenti stradali e, seppure in forme meno nitide, con l'incremento della criminalità.

Diritto

L'ordinamento positivo italiano combatte il fenomeno dell'alcolismo con mezzi di prevenzione e di repressione: del primo ordine sono le norme limitatrici della vendita degli alcolici (licenze di pubblica sicurezza, autorizzazioni di polizia, divieti d'impiego di minori nello spaccio) e di consumo in coincidenza di particolari manifestazioni d'interesse generale (per esempio per le elezioni), ecc.; del secondo ordine sono i precetti penali sanzionati con l'ammenda o con l'arresto relativamente alla fabbricazione abusiva, al consumo in tempo di vendita non consentita, all'ubriachezza, alla somministrazione a minori o a infermi di mente o a persone in stato di manifesta ubriachezza, alla determinazione in altri dello stato di ubriachezza. Per i titolari di licenza di pubblica sicurezza responsabili di taluno dei reati previsti dall'ordinamento sono comminate anche delle pene accessorie (interdizione dall'esercizio di pubblici uffici, chiusura temporanea del locale di vendita).

Bibliografia

J. H. Mendelson, N. K. Mello, La dipendenza alcolica, Padova, 1984; A. Coretti, C. Del Miglio, C. Gueneschi, Alcolismo fenomeno e cura, Roma, 1985; A. Noventa, E. Zordan, Giovani e alcool, Torino, 1986; F. Granoni, Tossicodipendenza e alcolismo, Torino, 1988; H. Mallach, H. Hartmann, V. Schmidt, Alcolismo e alcologia, Firenze, 1988.

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