butanòlo

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sm. [da butano]. Composto chimico organico della serie degli alcoli di formula bruta C4H9OH, di cui sono noti quattro isomeri:

Il n-butanolo, spesso indicato in pratica con il nome di alcol butilico senza altre specificazioni, è un liquido incolore dal caratteristico odore acre e soffocante, limitatamente miscibile con l'acqua: viene largamente usato quale solvente per l'estrazione degli antibiotici dai liquidi di coltura dei microrganismi e nella preparazione di agenti flottanti e di vari prodotti chimici: aldeide butirrica, butillattato, butilene ecc. Viene prodotto su scala industriale facendo reagire il propilene con una miscela di monossido di carbonio e idrogeno (reazione di idroformilazione) in presenza di un catalizzatore omogeneo, a base di un complesso organico di rodio, a circa 100 °C e 10-50 bar. Lo sviluppo di catalizzatori a base di carbonili di rodio e rutenio permette di operare a temperature e pressioni inferiori e di minimizzare la quantità di alcol isobutilico co-formato insieme al prodotto desiderato. La reazione di idroformilazione produce un'ampia gamma di composti, tra i quali particolarmente abbondante è l'aldeide butirrica (butanale), che viene successivamente sottoposta a idrogenazione per fornire ulteriormente n-butanolo. Quantità considerevoli di alcol butilico si formano nella fermentazione dei carboidrati per opera di taluni microrganismi anaerobi, come il Clostridium acetobutylicum, che lo produce accanto ad acetone; in passato, questa fermentazione, detta appunto acetonbutilica, è stata utilizzata anche su vasta scala industriale per la produzione di acetone e alcol butilico. Minore importanza hanno gli altri butanoli, usati prevalentemente come solventi.

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