depressióne (psicopatologia)

Condizione patologica caratterizzata da stato alterato del tono dell'umore, tristezza e profondo avvilimento, spesso a ricorrenza ciclica. Un certo grado di malinconia deve essere considerato un normale turbamento dell'umore, ma scade nella depressione quando non è più possibile ripristinare un adeguato equilibrio affettivo. Esistono diverse forme di depressione, in parte differenziabili sulla base delle diverse possibili cause o concause (lesioni organiche, malattie generali concomitanti, substrati biologici come deficit di neuromediatori, fattori genetici e psicodinamici). Accanto alla tristezza, alla disistima, al disinteresse e alla scarsa capacità di iniziativa, sono spesso presenti nel depresso sentimenti di insicurezza, senso di indegnità, irrequietezza, ansia; quasi costanti sono l'insonnia (risvegli precoci), la diminuzione del desiderio sessuale, l'affaticabilità; frequenti i disturbi neurovegetativi (mal di testa, vertigini, turbe funzionali cardiovascolari). Spesso, specie nelle forme maggiori, compaiono fantasie autolesive che possono sfociare in tentativi di suicidio. Una classificazione delle depressioni permette di distinguere forme maggiori (depressione endogena) e forme minori (depressioni nevrotiche e reattive). Le prime rientrano nell'ambito delle psicosi e sono caratterizzate da un andamento ad accessi, con episodi depressivi di durata variabile, che possono intercorrere più volte nella vita del paziente: l'angoscia di questi depressi è disperata, incomprensibile e non riconducibile a un evento esistenziale penoso (anche se talvolta esiste un fattore scatenante). Sono presenti: lamentele di tipo somatico o neurovegetativo, quali affaticabilità e mancanza di energia, malessere psicofisico vago e generalizzato e disturbi del sonno; difficoltà di concentrazione e sensazione di “testa vuota”; difficoltà a prendere decisioni e a organizzare il proprio tempo; tristezza, insoddisfazione, disinteresse per le attività considerate piacevoli; alterazioni delle abitudini alimentari; propensione al pianto, atteggiamento negativo e domande sul significato della vita. Possono coesistere convinzioni deliranti e autoaccusatorie, rimorso e bisogno di espiazione. Il rischio del suicidio in questi casi è molto elevato. Viceversa, le forme minori sono caratterizzate dalla presenza di almeno due, ma meno di cinque, dei seguenti sintomi: umore depresso, disturbi cognitivi, disturbi del sonno, disturbi della psicomotricità, alterazioni ponderali, astenia, anedonia, sentimenti di autosvalutazione o di colpa, tendenze autolesive. Almeno uno dei sintomi presenti deve essere diverso dall'umore depresso e dall'astenia. Quest'ultima forma, insieme con la depressione breve ricorrente, alla sindrome mista ansioso-depressiva, alla depressione subsindromica sintomatica, alla sindrome da astenia cronica e ai sintomi depressivi dovuti a disturbi fisici o al ricorso a sostanze di abuso, fa parte del capitolo dei disturbi depressivi sottosoglia che raccolgono una significativa quota di pazienti con sintomi di tipo psicosomatico e che non raggiungono la soglia minima stabilita dai manuali diagnostici di riferimento. In altre parole sono delle alterazioni dell'umore che non corrispondono al quadro classico e sfuggono pertanto alla tradizionale classificazione diagnostica, rimanendo spesso senza trattamento. Alcune condizioni si sono rivelate capaci di scatenare depressione con una certa frequenza: il climaterio (probabilmente per una sorta di declino del proprio ruolo socio-familiare o delle proprie prestazioni), l'età avanzata (almeno in parte per effetto dell'isolamento e della perdita di una finalità esistenziale identificata in un ruolo), la gravidanza o il periodo del puerperio e dell'allattamento (per una duplice componente biologica e psicologica). In tutte le forme gli analisti riconoscono un ruolo determinante alla “perdita”, riferita a un vasto numero di oggetti di investimento affettivo (la perdita può dunque essere una separazione, una rottura di legami, una proibizione, ecc.): la psicanalisi sottolinea l'importanza di lutti inconsci infantili o precoci, la cui mancata elaborazione può costituire la premessa della depressione adulta clinicamente manifesta. Il trattamento della depressione si basa sulla psicoterapia, sulla psicanalisi e su terapie farmacologiche (che mirano a incrementare la quantità di neurotrasmettitori utilizzabili dai recettori cerebrali, secondo l'ipotesi che un deficit di queste sostanze sia alla base della depressione).

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