elettrofisiologìa

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sf. [sec. XIX; elettro-+fisiologia]. Branca della fisiologia che studia i rapporti esistenti tra elettricità e materia vivente. Sono oggetto di studio dell'elettrofisiologia i fenomeni elettrici che hanno origine e sede nelle cellule e nei tessuti animali o vegetali, nonché la diversa reattività delle strutture viventi all'azione della corrente elettrica. Individuata già dal sec. XVII (F. Redi), l'elettricità animale fu studiata sperimentalmente da L. Galvani e successivamente da altri (C. Matteucci, L. Nobili, A. Waller, J. Erlanger, H. S. Gasser, ecc.), giungendo così alla comprensione della bioelettricità e delle leggi relative che costituiscono i fondamenti dell'elettrofisiologia. La realizzazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche ha permesso indagini che hanno favorito un'interpretazione soddisfacente di molti processi fisiologici, soprattutto dei fenomeni connessi con l'attività dei nervi e dei muscoli. A queste conoscenze sono legate le applicazioni terapeutiche dell'elettricità, quali, per esempio, l'elettroshock e l'utilizzazione di pace-makers cardiaci, nonché la registrazione a fini diagnostici dell'attività elettrica del cuore (elettrocardiografia), dei muscoli volontari e involontari (elettromiografia), del cervello (elettroencefalografia), della retina (elettroretinogramma), ecc.

Bibliografia

M. A. B. Brazier, The Electrical Activity of The Nervous System, New York, 1960; C. Chagas, A. Paes de Carvalho, Bioelectrogenesis, Amsterdam, 1961; J. F. Fulton, W. H. Howell, Fisiologia e biofisica, Roma, 1971; M. Garlisi, Fisica e biofisica, Milano, 1988.

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