Lessico

sm. [sec. XIX; dall'inglese shaman, adattamento del tunguso samān]. Operatore magico-sacrale e medico-chirurgo, che svolge la sua opera in stato di trance autoindotta e autocontrollata, presente in tutte le società arcaiche dell'area subartica, dell'Asia centrale, dell'America Settentrionale e dell'Oceania; con lo stesso nome vengono indicati anche gli individui che svolgono funzioni analoghe, ma che non sempre operano in stato di trance, presso varie popolazioni indigene dell'America Meridionale; il termine viene usato spesso per quello di stregone e viceversa, ma del tutto impropriamente in quanto le due figure sono assai diverse tra loro.

Antropologia culturale: l'iniziazione

Si diventa sciamani per vocazione, in genere in concomitanza della crisi puberale, che si rivela spesso con una manifestazione epilettica-catalettica interpretata quale “chiamata degli spiriti”; oppure per “designazione divina” che si manifesta con un avvenimento naturale eccezionale. In genere, solo gli uomini diventano sciamani, ma può accadere anche alle donne, soprattutto in quelle popolazioni in cui la funzione sciamanica è ereditaria. Una volta manifestatasi la vocazione (il designato tende a ripetere in continuazione parole e gesti incomprensibili), il soggetto cade in una sorta di trance, muovendosi in modo innaturale e parlando con voce alterata: è in questo momento che i presenti ritengono che egli entri in simbiosi con uno spirito guida. Il designato non diventa subito operatore, ma deve seguire un lungo tirocinio segreto alla scuola di uno sciamano esperto, durante il quale apprende non solo le tecniche di autocontrollo e di trance e le pratiche magiche ma, soprattutto, acquisisce un notevole patrimonio di conoscenze pratiche riguardanti il mondo naturale in cui vive il gruppo etnico, nonché tutto il bagaglio del “sapere” medico e psicologico accumulato da generazioni di sciamani e la perfetta conoscenza del mondo sovrannaturale. Aspetti particolari dell'iniziazione sono: l'acquisizione mnemonica del patrimonio di miti e letteratura orale; l'apprendimento di musica, danza, canto e delle tecniche di produzione degli oggetti sacri; la capacità di preparare medicamenti, di diagnosticare malattie (sempre attribuite all'influenza di uno spirito) e di saperle curare; di eseguire operazioni chirurgiche; di “vedere” all'interno del proprio corpo e di quello degli altri (probabilmente dovuto all'esecuzione di pratiche necroscopiche).

Ruolo e funzioni

Per questo insieme di cose, lo sciamano è di norma un personaggio dotato di grande autocontrollo e di profonda conoscenza della cultura e della psiche umana; la sua posizione all'interno del gruppo è notevole e gode di profondo rispetto sebbene non sia mai temuto, in quanto egli opera solo e sempre per il bene del singolo e della collettività. Quale intermediario fra l'uomo e gli spiriti, ma nel contempo mago, gli si attribuisce la capacità di poter manipolare la volontà di quest'ultimi; in alcuni casi, come fra gli eschimesi, lo sciamano assolve anche funzioni socio-politiche; in altri, come fra gli Indiani della prateria, è il principale consigliere della tribù senza il cui parere nulla può essere fatto. La mediazione fra l'uomo e il mondo degli spiriti “permette” allo sciamano di guarire un malato (in genere usando medicamenti naturali) riportando nel suo corpo l'anima sottrattagli; suo è il compito di accompagnare i defunti nell'aldilà o il nascituro nel mondo dei viventi; egli propizia la caccia e la pesca “sottomettendo” gli spiriti “signori degli animali” ai quali dà in cambio “vittime sacrificali”, che possono essere pollame domestico (specie galli) ma anche figurine rappresentanti l'animale cacciato; suo è il dovere di consacrare le immagini, amuleti o talismani, “immettendovi” lo spirito al quale sono dedicate. Lo sciamano è anche colui che interpreta i sogni degli uomini, dirime le controversie tra i componenti del gruppo o tra gruppi diversi, celebra i riti; nelle sue funzioni si accompagna con il suono di un tamburello agitato per ore monotonamente, che provoca nell'operatore, ma soprattutto nell'uditorio, uno stato onirico che si traduce in una sorta di frenesia che determina l'estasi. Anche l'abbigliamento dello sciamano ha una funzione specifica: così l'uso di maschere serve a rappresentare lo spirito evocato, la cintura adorna di simboli anatomici è il legame col sovrannaturale che gli consente la funzione medica, mentre il tamburello, i sonagli e altri particolari accessori servono a fargli compiere “viaggi” nel mondo extraterreno.

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