Il periodo "old English" (VI-X secolo)

La poesia

Gli esordi della letteratura inglese hanno trovato espressione verbale e artistica in una forma ritmica: organizzare il linguaggio in schemi ripetitivi con una certa scansione e con ritmo facilitava infatti la memorizzazione e la trasmissione. Si trattava di composizioni letterarie destinate alla circolazione orale (speakings), delle quali non restano però tracce, appunto per il loro carattere orale ed episodico; sono invece pervenuti i writings, ovvero opere destinate a una circolazione in forma scritta.

I primi documenti, antecedenti alla conversione al cristianesimo, sono il gruppo di iscrizioni in caratteri cuneiformi, le rune, che costituiscono un alfabeto di ventiquattro segni, il futhark, che venivano utilizzati per l'incisione su materiali duri, ma non erano adatti a composizioni letterarie. L'alfabeto latino e l'abitudine a scrivere vennero introdotti con la conversione al cristianesimo avviata da papa Gregorio Magno attraverso Agostino da Canterbury (inizio del VII secolo).

Nel periodo old English, o anglosassone, i due alfabeti, runico e latino, coesistettero e proprio due rune venivano aggiunte ai caratteri latini per rappresentare suoni comuni in inglese ma assenti in latino. Il materiale letterario di tale periodo pervenuto è opera di trascrizioni fatte in ambiente ecclesiastico e quindi riflette i gusti della Chiesa: la lingua utilizzata è l'anglosassone, fase primitiva dell'inglese, che tradisce l'origine germanica per la presenza di desinenze analoghe a quelle del tedesco. I circa trentamila versi della poesia anglosassone sono conservati in quattro manoscritti: Cotton Vitellius A. XV, Junius, Exeter book, Vercelli book.

La poesia epica e i "Beowulf"

La poesia di questo periodo è rappresentata da un gruppo di poemi epici che ricordano l'origine germanica delle tribù dei sassoni, degli angli e degli iuti, che invasero la Britannia verso la fine del V secolo, costringendo i britanni (i welsh, gallesi) a ritirarsi nella zona meridionale dell'isola, il Galles. Il verso che la scandisce è di tipo allitterativo ­ come quello utilizzato dai menestrelli di corte, o scop ­ costituito da due emistichi, di due accenti ciascuno, separati da una cesura. Significativo componimento per comprendere la figura dello scop è Widsith, nel quale si esplicitano le funzioni del bardo: rendere immortale il proprio mecenate cantandone le lodi e, soprattutto, intrattenere il pubblico.

L'opera più efficace ed emblematica di questo genere di poesia, sia perché unico poema epico pervenuto completo in un'antica lingua germanica, sia per il contenuto che mescola realtà storica e leggende fantastiche, è sicuramente il Beowulf. La versione conservata nel solo manoscritto del Cotton Vitellius A. XV fu trascritta nel dialetto sassone occidentale verso la fine del X secolo, ma per gli arcaismi verbali secondo alcuni studiosi il testo risalirebbe ad almeno due secoli prima; i numerosi riferimenti testuali alla cultura cristiana e alla Bibbia ne escluderebbero invece una datazione anteriore. L'autore è ignoto, come per quasi tutta la poesia in anglosassone, e il titolo fu attribuito solo nel 1800. Il poema è diviso in due parti: nella prima parte si narra di Beowulf, nipote del re dei Geati (abitanti dell'odierna Svezia meridionale), che salpa con quattordici compagni per la Danimarca in aiuto del re danese Hrothgar, le cui terre sono minacciate da Grendel, un mostro divoratore di uomini. Beowulf, uccisi il mostro e sua madre, ritorna in patria carico di onori e doni del re danese. Nella seconda parte, cinquant'anni dopo, Beowulf, ormai re dei Geati, deve affrontare un drago volante che fa stragi per tutto il paese. Dal combattimento Beowulf esce vincitore, ma con ferite mortali. Il poema si chiude con i funerali del re, arso su una pira funebre. Se è impossibile ricercare nel testo (di 3182 versi) precisi riferimenti storici, in quanto l'ambientazione è quella dell'età eroica germanica (V-VI secolo), forse con intento di esaltazione del passato, verità storica è però la reale esistenza e vicinanza geografica tra Geati e Danesi. Il poeta rappresenta una società pagana ed eroica, ma con una sfumatura cristiana nei pensieri e nelle azioni: lo spirito di sacrificio, la lotta contro il male, l'elevazione mentale, che fanno supporre l'influenza della Bibbia e dell'Eneide di Virgilio.

La poesia religiosa

La conversione al cristianesimo non comportò solamente l'inserimento di elementi cristiani nei poemi epici, ma diede vita a un vero e proprio corpus di poesia religiosa in anglosassone. Oltre all'eroica eredità leggendaria germanica, gli anglosassoni, venendo in contatto con l'Europa cristiana e quindi con la civiltà greco-romana e con la spiritualità ebraica, attinsero al patrimonio del cristianesimo latino. L'Inghilterra settentrionale conobbe nel VII secolo una diffusione di poesia religiosa la cui trascrizione in sassone occidentale fu però posteriore (verso il X secolo).

L'erudito monaco benedettino Beda il Venerabile (672-735), traduttore in anglosassone del Nuovo Testamento e autore, fra le altre, di opere di esegesi biblica, grammatica e metrica, nella Historia ecclesiastica gentis anglorum (Storia ecclesiastica del popolo degli angli), scritta in latino ma tradotta in anglosassone sotto re Alfredo, che illustra le vicende degli angli dallo sbarco di Cesare fino al 731, narra del cantore Caedmon, umile bracciante analfabeta, vissuto nella seconda metà del VII secolo, che ricevette per miracolo il dono del canto e immediatamente innalzò un Inno in lode al Creatore, riportato in latino da Beda; uniche sue fonti rintracciabili sono l'ispirazione divina e la tradizione cristiana. A Caedmon, o piuttosto alla sua diretta influenza, sono riconducibili alcuni poemi conservati nel codice Junius (Genesis, Exodus, Daniel e Christ and Satan) ritenuti più tardi. A eccezione della maggior parte della poesia anglosassone anonima, Cynewulf, un poeta degli inizi del IX secolo, forse originario della Northumbria, usò firmare le proprie opere con un acrostico e in caratteri runici, in particolare quattro: Christ, Elene, Juliana e The fates of the apostles (I fati degli apostoli). I suoi componimenti mostrano la conoscenza dei modelli classici e un passaggio dalla parafrasi della storia biblica a una poesia essenzialmente didattica, dal tono più meditativo. Riconducibile al suo influsso è il pregevole poema The dream of the rood (Il sogno della croce, forse del IX secolo), il più antico testo inglese pervenuto che abbia la forma di visione, modulo molto usato nella letteratura successiva. Sono venati da un insolito profondo senso di malinconia e di vanità della vita i due poemi The seafarer (Il navigatore) e The wanderer (L'errante), di tono elegiaco: la vita cristiana è sacrificio e privazione, solo annullandosi si ottiene la salvezza eterna.