John Dryden

Satire, poemi religiosi, poesie occasionali

Negli anni dal 1681 al 1687 Dryden ritornò alla poesia componendo i suoi lavori migliori, le satire. In Absalom and Achitophel (Assalonne e Achitofel, 1681) egli intervenne nel dibattito politico opponendosi al conte di Shaftesbury (Achitophel), che sosteneva nella successione al trono il duca di Monmouth (Assalonne), figlio illegittimo di Carlo II, ed escludeva Giacomo, erede e fratello di Carlo II, perché cattolico. Dryden riprese l'episodio biblico della ribellione di Assalonne contro il padre, re Davide, adattandolo alla situazione contemporanea. Anche in The medal (La medaglia, 1682) Dryden riprese l'attacco a Shaftesbury, mentre nel poemetto Mac Flecknoe (1682) si scagliò contro Thomas Shadwell, un mediocre compositore di versi, sostenitore di Shaftesbury, che aveva replicato a The medal con una satira grossolana.

Le satire politiche furono seguite da due poemi religiosi: Religio laici (La religione del laico, 1682), nel quale Dryden testimoniava la propria professione di fede anglicana contro la Chiesa di Roma, e più tardi The hind and the panther (La cerva e la pantera, 1687), successiva alla sua conversione al cattolicesimo: nonostante i punti di vista praticamente opposti, i poemi si somigliano per il vigore polemico e per la capacità di ragionare in versi con chiarezza e ardore.

Dryden scrisse anche un certo numero di poesie occasionali: prologhi, epiloghi alle proprie e altrui opere teatrali, epistole, elegie, epitaffi e odi. Fra queste destano interesse A song for st. Cecilia's day (Canto per il giorno di santa Cecilia, 1687) e Alexander's feast: or the power of music (Il festino di Alessandro, ovvero il potere della musica, 1697), composizioni poetiche in lode della musica, come erano allora di moda, che si ispiravano nella struttura alle odi pindariche.