Strutture produttive e demografia nel Medioevo

La rinascita dell'anno mille

Una grande espansione economica caratterizzò l'Europa dei secc. X e XI. Fattori rilevanti furono l'incremento demografico e la “rivoluzione agraria”. I dati, anche se incerti, riportano un aumento della popolazione di circa trenta milioni di individui. La crescita, abbastanza regolare per tre secoli, subì un brusco arresto a causa della terribile epidemia di peste che colpì l'Europa dal 1346 al 1350. Il segno più evidente della crescita demografica è dato dall'aumento dei disboscamenti e dalla conseguente estensione delle superfici coltivabili. Diversi sono i documenti che testimoniano di questa trasformazione: contratti di insediamento in nuove terre, piantine di villaggi e terreni dissodati, nuove decime imposte dal clero, ecc. Ovunque sorsero nuovi borghi o città o furono ampliate le mura di quelli già esistenti. Diverse furono le condizioni che favorirono la crescita demografica: il miglioramento delle tecniche agricole con conseguente maggiore disponibilità di cibo; la diminuzione della mortalità infantile e l'allungamento della vita. Inoltre, l'esaurirsi delle invasioni di Normanni, Ungari, Saraceni, e un miglioramento delle condizioni climatiche portarono a un miglioramento della qualità della vita. Foreste e paludi furono trasformate in territori coltivabili per iniziativa dei monaci o dei signori laici, e i contadini ampliarono i loro campi. Rilevante fu l'opera di dissodamento e di popolamento nell'Europa centro-orientale dove popolazioni tedesche colonizzarono i territori a est dell'Elba fondando numerosi nuclei urbani tra cui Lubecca e Norimberga. Le innovazioni in campo agricolo, come l'uso del nuovo aratro a versoio, l'introduzione del cavallo al posto dei buoi, la ferratura degli zoccoli dei cavallu, la diffusione della rotazione triennale, la semina differenziata, l'uso dei mulini ad acqua, permisero all'agricoltura de incrementare notevolmente la produzione.