Bratislava (città)

Indice

capoluogo della regione omonima e capitale della Repubblica Slovacca, 164 m s.m., 425.459 ab. (2006).

Generalità

Situata ai piedi dei Piccoli Carpazi, alla confluenza del Malý Dunaj con il Danubio, a poca distanza dalle frontiere con l'Austria e con l'Ungheria. La sua posizione, sulla maggiore via navigabile d'Europa e all'incrocio di importanti direttrici stradali e ferroviarie, ne ha fatto il massimo centro commerciale del Paese. È sede di una università, teatri, musei e biblioteche. Fino al 1992 ha fatto parte della Cecoslovacchia. Vi nacque l'uomo politico G. Husák (1913-1991), ultimo presidente della Cecoslovacchia comunista. In tedesco, Pressburg; in ungherese, Pozsony.

Storia

Le origini di Bratislava risalgono al sec. IX. Importante città libera regia dal sec. XIII, nel 1467 Mattia Corvino vi fondò un'università, la cosiddetta Academia Istropolitana, che ebbe breve durata (fu chiusa nel 1490-91). La città visse un forte sviluppo a partire dal sec. XVI, quando, in seguito alla sconfitta subita dagli Ungheresi a Mohács contro i Turchi (1526) e la successiva occupazione di Buda, diventò capitale del Regno d'Ungheria (1536-1784) e città d'incoronazione (fino al 1835). A Bratislava furono tenute numerose diete del regno ungherese: nel 1687 i nobili ungheresi vi riconobbero gli Asburgo come re ereditari di Ungheria e nel 1741 professarono il loro appoggio (vitam et sanguinem) a Maria Teresa. Il 26 dicembre 1805 vi fu firmata, tra Napoleone e l'Austria, la pace nota come Pace di Presburgo. Entrata a far parte della Cecoslovacchia alla fine della prima guerra mondiale (1918), fu dal 1939 al 1945 capitale della Repubblica Slovacca, creata dallo smembramento della Cecoslovacchia e alleata della Germania. Bombardata dagli Statunitensi, la città venne presa il 4 aprile 1945 dalle truppe sovietiche. La guerra fece perdere alla città il suo carattere multietnico; privata della sua comunità ebraica, sterminata nei campi di concentramento nazisti, Bratislava perse nel dopoguerra anche gran parte della sua popolazione tedesca e ungherese, costretta ad abbandonare il Paese. Ricompresa nella Cecoslovacchia, alla divisione di questa (31 dicembre 1992) Bratislava diventò la capitale della Repubblica Slovacca.

Arte

La cattedrale di S. Martino (inizi 1221) venne ricostruita nei sec. XIV-XV. All'interno si conserva la statua equestre in piombo di san Martino, di G. R. Donner, che è pure l'autore della cappella di S. Giovanni l'Elemosinario (1732; all'interno sculture in marmo e in piombo sull'altare e statua del donatore arcivescovo Esterházy). Al Duecento risale la chiesa dei Francescani, rifatta nel 1616. Tra gli edifici civili va ricordato il palazzo municipale, dei sec. XIII e XV, con aggiunte rinascimentali (il cortile ad arcate è del 1558), barocche e neoclassiche; è sede del Museo Civico. Numerose sono le chiese barocche, tra cui S. Salvatore (1656), S. Nicola (1661) e la chiesa delle Orsoline (1640). Nel sec. XVIII a Bratislava, come in tutta la Slovacchia, dominarono gli artisti austriaci: oltre al citato scultore Donner, fra i pittori è da ricordare P. Troger, che affrescò (1742) la chiesa di S. Elisabetta (facciata di A. Pilgram). La chiesa della SS. Trinità (1717-25) è opera degli architetti della scuola di Vienna Hildebrandt e Fischer von Erlach; gli affreschi, a finte prospettive, sono di A. Bibiena. Altri edifici settecenteschi sono il palazzo Esterházy (1762), il palazzo arcivescovile (1781), il nuovo palazzo municipale. Il Museo Nazionale Slovacco comprende e coordina 16 diversi musei, dedicati ai temi dell'arte, della cultura, della scienza, dell'ambiente slovacchi, con collezioni archeologiche, etnografiche, numismatiche, documentarie ecc. Il Museo Municipale è dedicato alla storia della città, con raccolte artistiche, archeologiche, di gioielli, di mobili ecc. Il Museo dei Mestieri d'Arte conserva una ricca raccolta di oggetti artistici, dai mobili alle porcellane, dai reliquiari ai paramenti sacri, dai gioielli ai vetri.

Economia

Porto di sbarco dei cereali provenienti dall'Est europeo e d'imbarco dei prodotti dell'industria meccanica, fu il punto terminale dell'“oleodotto dell'amicizia” che forniva alla Cecoslovacchia il petrolio proveniente dalla Russia e sede della maggiore raffineria del Paese. Durante il periodo comunista la città diventò un importante centro industriale, attivo nei settori alimentare, tessile, meccanico, chimico, cantieristico, siderurgico e della armi. Parte di questa industria si è conservata, ma l'economia di Bratislava è oggi profondamente cambiata, basandosi soprattutto sui servizi, legati sia all'industria sia alle funzioni politiche, culturali, amministrative e turistiche della città. Aeroporto internazionale.

Curiosità e dintorni

A poca distanza dalla città, su un'alta roccia alla confluenza dei fiumi Danubio e Moravia, sono le suggestive rovine del castello di Devin, di antichissima fondazione, distrutto dalla armate napoleoniche agli inizi dell'Ottocento. Vi si trova un piccolo Museo archeologico con i reperti rinvenuti nell'area.

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