Camporósso

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comune in provincia di Imperia (43 km), 25 m s.m., 17,52 km², 5491 ab. (camporossini), patrono: san Sebastiano (20 gennaio).

Centro della bassa valle del torrente Nervia. Fu uno dei borghi che, staccatosi da Ventimiglia, costituirono nel 1686 l'organismo autonomo della Magnifica Comunità degli Otto Luoghi. Affrancatosi dai cosiddetti “Magnifici” (i nobili) di Ventimiglia, visse autonomamente, nell'ambito di questa singolare formazione, fino al 1805, quando venne annesso alla Francia con il resto della Comunità. Nel 1815 passò con tutta la Liguria al Regno di Sardegna. § Dell'epoca romana rimangono resti dell'acquedotto di Albintimilium (o Albium Intemelium) e un cippo murato nella cappella di Sant'Andrea. Romanica è la chiesa di San Pietro (sec. XI), nel cimitero, che conserva parte delle originarie strutture di epoca altomedievale, rinvenute in occasione di restauri nel sec. XX. Risale al sec. XV la chiesa di Nostra Signora della Neve e all'epoca barocca l'oratorio del Suffragio. La parrocchiale di San Marco, del sec. XV e rimaneggiata nel XVIII, custodisce tre polittici cinquecenteschi. § Le particolari condizioni climatiche favoriscono le colture floricole, qui particolarmente sviluppate, a cui si affiancano quelle della vite (vino rossese) e dell'olivo, che caratterizzano il paesaggio. L'industria, per lo più di impronta artigianale, opera nei settori alimentare, chimico (gas), enologico, del legno e della ceramica. Attivi sono il turismo, in particolare nell'area rivolta al litorale, e il comparto agrituristico.

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