Circe

(greco Kírkē; latino Circe), maga divina della mitologia greca, figlia del Sole e dell'oceanina Perseide (o di Ecate), collegata al ciclo degli Argonauti e ricordata nell'Odissea per il suo incontro con Ulisse. Circe, localizzata nell'isola di Eea e a volte in Italia (al Circeo), ricorre nelle genealogie divine come madre di eroi della tradizione italica che avrebbe avuto da Ulisse: di Telegono, di Romos, di Antias, di Ardeas, rispettivamente fondatori di Tuscolo, di Roma, di Anzio e di Ardea; del re Latino eponimo del Lazio. È ricordata anche come madre del dio Fauno (avuto da Giove) e amante di Pico, antico re del Lazio. § Alla leggenda di Circe sono ispirate La Circe di G. B. Gelli (1549), il poema Circe di Lope de Vega(1624) e, fra le opere musicali, quella di M.-A. Charpentier su parole di Th. Corneille (1675). L'episodio omerico in cui Circe trasforma i compagni di Ulisse in animali appare variamente interpretato nella pittura vascolare greca (arýballos corinzio del Museo di Boston; lḗkythos a figure nere proveniente da Gela e ora ai Musei di Berlino; oinochóe a figure rosse a Parigi, Louvre) e nell'arte etrusca (stámnos di Vulci; sarcofaghi e urne) e romana (pitture dell'Esquilino conservate nei Musei Vaticani; piatti fittili da Gemila e Carnunto; gemma Pourtalès). § Il termine è entrato nell'uso comune con il significato fig. di lusingatrice, seduttrice, allettatrice.

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