Biografia: la formazione

Scultore, incisore e pittore italiano (Treviso 1889-Milano 1947). La sua prima formazione artistica si svolse dal 1905 al 1912 tra Treviso e Venezia; alternò infatti alla pratica artigianale di ceramista presso manifatture trevigiane lo studio all'Accademia veneziana sotto la guida di U. Nono. Nelle opere di questo periodo (gessi, ceramiche, terrecotte, incisioni su legno) confluiscono interessi di varia origine: da M. Rosso ad A. Rodin, da L. Bistolfi a V. Gemito, dal realismo di Meštrović al decorativismo della linea Jugendstil. Dopo il viaggio a Monaco nel 1909 e quello a Parigi nel 1912 (compiuto assieme all'amico G. Rossi) Martini sviluppò un'espressione plastica bidimensionale che dalla sinuosità della linea liberty (Prostituta, Fanciulla piena d'amore, Venezia, Museo d'Arte Moderna-Ca' Pesaro) passa al movimento dinamico di quella del futurismo boccioniano (Ritratto di Omero Soppelsa, 1913, Venezia, collezione privata). L'acquisizione della forma plastica si attuò in Martini sull'itinerario dei modelli romanici e rinascimentali e soprattutto attraverso le esperienze maturate nell'ambito del movimento riunito intorno alla rivista Valori Plastici e concluse nell'adesione alla classicità (Figliuol Prodigo, 1924-25, Acqui Terme, Ospizio Ottolenghi).

Biografia: tra cultura ufficiale e ricerca

La ricerca di purezza formale portò Martini a impostazioni di slancio ascensionale e tale struttura goticizzante caratterizza molte opere del periodo 1931-36 (Chiaro di luna, La Pisana, Sogno, Le stelle, L'aviatore, La Venere dei porti, La sete, Donna seduta, Tito Minniti), cui fecero seguito varie opere celebrative che assecondavano il gusto retorico-monumentale della cultura ufficiale (sculture per il Palazzo di Giustizia, per l'Ospedale Maggiore e per l'Arengario a Milano). Nonostante l'impegno delle commissioni del regime, Martini portò avanti la sua ricerca di sintesi formale, giungendo a maturare esperienze la cui originalità e potenzialità estetica furono feconde indicazioni per la moderna scultura italiana. Soprattutto alcune opere degli ultimi anni, segnati da una crisi profonda, appaiono animate da un ritmo interno di vita ai limiti dell'astrazione (Scomposizione di toro, Cavallo allo steccato, La vacca, Donna sulla sabbia). La fanciulla che nuota sott'acqua (1941) segna forse il punto estremo di libertà espressiva ed è un risultato che si inserisce nel contesto linguistico della moderna scultura europea. L'inclinazione al racconto drammatico, l'esigenza emotiva, l'impulso dettato dall'estro più che dalla meditazione sono caratteristiche costanti dell'opera di Martini e si ritrovano anche nella sua attività pittorica (cui si dedicò soprattutto negli ultimi anni della sua vita) e nell'abbondante produzione grafica. Tra gli scritti dell'artista: il saggio La scultura lingua morta (1945) e Le lettere: 1909-1947 (postume, 1954).

Bibliografia

R. Franchi, Arturo Martini, Firenze, 1949; G. C. Argan, Martini, Colonia-Berlino-Amsterdam, 1956; C. Barile, Arturo Martini ceramista, Savona, 1959; G. Appella, M. Quesada, Arturo Martini, Roma, 1989.

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