Nijinskij, Vaslav

ballerino e coreografo russo di origine polacca (Kijev 1888/89-Londra 1950). Figlio di Eleonora Bareda e Foma Nijinskij, ballerini polacchi emigrati a Pietroburgo. Ammesso nel 1898 a frequentare la Scuola imperiale di ballo, fu allievo di N. Legat, M. Obuchov, P. Gerdt e, più tardi, di E. Cecchetti. Fin dagli anni della scuola si segnalò come elemento d'eccezione, tanto da essere più volte chiamato, prima del diploma, a sostenere parti di rilievo con la compagnia del Teatro Mariinskij in Acis et Galaté (1905), Songe d'une nuit d'été (1906) e, accanto ad Anna Pavlova, in Le pavillon d'Armide (1907), sempre con coreografie di M. M. Fokin. Dopo il diploma (1907) e il debutto ufficiale nella Forêt enchantée, fu scritturato da Djagilev per la prima tournée dei Ballets Russes a Parigi (1909). Costretto a lasciare il Mariinskij (per la foggia, considerata scandalosa, del suo costume in Giselle), proseguì la propria carriera con Djagilev, stella indiscussa della sua compagnia, osannato dal pubblico, soprattuto per le interpretazioni delle creazioni di Fokin (Les Silphydes, 1909; Shéhérazade, 1910; Spectre de la rose e Petruska, 1911; Le dieu bleu, 1912). Nel 1912 debuttò come coreografo con L'après-midi d'un faune, balletto che fece scandalo, pur se non accese le violente contestazioni e le roventi polemiche che accolsero l'anno successivo la prima di Le Sacre du Printemps, né ebbe la fredda accoglienza riservata a Jeux (1913). Dopo una brusca rottura con Djagilev, Nijinskij tentò con scarsa fortuna di costituire una propria compagnia a Londra, che restò però in scena appena un paio di settimane (1914). Allo scoppio della guerra, a Budapest, fu internato in campo di prigionia in quanto russo e solo gli sforzi di Djagilev riuscirono a liberarlo e a riportarlo sulle scene (1916). Nijinskij creò per la compagnia dei Ballets Russes, allora in tournéein America, la sua ultima coreografia, Till Eulenspiegel (1916), che ottenne anch'essa scarso successo, raccogliendo invece nuovi trionfi come interprete. Nel corso di quella stessa tournée si manifestarono però, con sempre maggior gravità, i segni di una follia che lo avrebbe condotto rapidamente alla totale alienazione. Vivrà gli anni successivi in Svizzera e poi a Londra, lavorando a un sistema di notazione della danza, a programmi didattici, disegnando e compilando un diario che, in forma largamente edulcorata, è stato pubblicato postumo dalla moglie (Journal, 1953). Nijinskij è considerato uno dei più grandi interpreti di tutti i tempi. Il suo contributo al rinnovamento della coreografia del Novecento, per molti anni del tutto trascurato, è stato ampiamente rivalutato ed è considerato notevolissimo. Polemiche, ma anche larghissimo interesse, in tutto il mondo, ha suscitato il tentativo di ricostruzione della coreografia originale di Le Sacre du Printemps operato da Millicent Hodson e Kenneth Archer per il Joffrey Ballet (1987).

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