Pasteur, Louis

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chimico e microbiologo francese (Dole 1822-Villeneuve-l'Étang 1895). Dedicatosi inizialmente a ricerche di chimica cristallografica, evidenziò con lo studio dell'emiedria dei tartrati, il rapporto esistente tra tale caratteristica e il potere rotatorio, traendone la nozione di dissimmetria molecolare. Da questi risultati, fondamentali per la nascita della stereochimica, prese forma il suo interesse per i problemi biologici poiché ritenne che le forze dissimmetriche fossero tipiche proprio della vita. Sollecitato da alcuni industriali vinicoli a studiare le irregolarità che si verificavano nella fermentazione alcolica, fu indotto a chiarire la natura generale della fermentazione, allora ritenuta un processo esclusivamente chimico senza intervento di fenomeni vitali. Pasteur dimostrò che l'inconveniente lamentato (l'inacidimento del vino) era dovuto all'intervento nel corso della fermentazione alcolica, di un'altra fermentazione parassita, quella lattica, e per la prima volta riuscì a isolarne il microrganismo responsabile e a coltivarlo in vitro su terreno adatto. Nel 1857 apparve la sua Mémoire sur la fermentation appelée lactique in cui spiegò chiaramente il meccanismo della fermentazione come effetto dei fenomeni vitali di organismi ben definiti per alcuni dei quali riconobbe la capacità di vivere sia a contatto diretto con l'aria (aerobiosi) sia in assenza di aria (anaerobiosi), procurandosi l'ossigeno da sostanze che lo contengono in combinazione. In seguito riconobbe che tutti i fenomeni di putrefazione altro non sono che processi di fermentazione anaerobica e con una serie di geniali esperienze condotte tra il 1860 e il 1866 pose inequivocabilmente fine alla secolare polemica sulla generazione spontanea, dimostrando, contro le argomentazioni di F. A. Pouchet, che in nessun liquido sterile potevano prodursi microrganismi se non per contatto con l'aria che già li conteneva. Dal 1887 in poi rivolse la sua attenzione alle cause e alla prevenzione delle malattie infettive dell'uomo e degli animali, dimostrando con argomenti incontrovertibili, contro i sostenitori della medicina tradizionale, che sono dovute alla contaminazione e alla moltiplicazione di germi nell'organismo. Affrontò lo studio del carbonchio portando a termine le ricerche di P. F. Rayer e C. J. Davaine, che già nel 1850 avevano notato minuti bastoncelli nel sangue di pecore carbonchiose; s'interessò quindi del vibrione settico e del colera dei polli. Questi studi lo misero in grado di perfezionare e generalizzare i procedimenti di vaccinazione già praticati da E. Jenner per il vaiolo, preparando per la prima volta vaccini con germi attenuati. Il metodo da lui proposto per la profilassi della rabbia, il cui germe specifico non riuscì a isolare, ma del quale attenuò la virulenza coltivandolo nel sistema nervoso centrale dei cani, fu la sua ultima grande conquista (1885). Nominato membro dell'Accademia di Francia, vide prima della sua morte la creazione di un istituto scientifico che fu intitolato al suo nome e nel quale le ricerche di Pasteur, che avevano aperto nuove prospettive alla batteriologia e all'immunologia, vennero ulteriormente sviluppate.

A. Delaunay, Pasteur et la microbiologie, Parigi, 1951; J. B. Conant, Pasteur's Study of Fermentation, Cambridge (Massachusets), 1952; H. Cuny, Louis Pasteur, Parigi, 1963; P. Chanlaine, Pasteur et ses découvertes, Parigi, 1966; J. K. Crellin, Pasteur et ses découvertes, Parigi, 1966; idem, Pasteur and the Germ Theory, Londra, 1967; F. Dagognet, Méthodes et doctrines dans l'oeuvre de Pasteur, Parigi, 1967; J. Nicolle, Pasteur, sa vie, sa méthode, ses découvertes, Parigi, 1969; P. Gascar, La strada di Pasteur, Milano, 1991.

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