Descrizione generale

sm. [bio-+ritmo]. Avvicendamento di attività biologiche che si ripetono ciclicamente, in stretto rapporto con i naturali periodi astronomici e geofisici (giorno, mese e anno solare, mese lunare, ritmo delle maree, ecc.). Una ritmicità annuale si ravvisa spesso nella germinazione dei semi, nei fenomeni di riproduzione e di accrescimento degli animali e delle piante, così come il ciclo riproduttivo di molti animali terrestri e marini e il ciclo mestruale umano seguono una periodicità corrispondente alla durata del mese lunare (29,5 giorni). Interessanti sono anche le attività bioritmiche sincronizzate con la periodicità delle maree che si riscontrano in vari piccoli animali dimoranti nei litorali marini. Con ritmo giornaliero o circadiano (vale a dire di circa 24 ore) si svolgono numerosi processi fisiologici e biochimici nell'uomo e negli animali superiori, oltre a un'infinita varietà di fenomeni biologici che interessano direttamente la vita degli insetti, dei pesci, degli uccelli, ecc. I bioritmi vengono in genere considerati una forma di adattamento all'habitat naturale che gli organismi viventi attuano come espressione di caratteri iscritti nel patrimonio genetico e trasmessi per via ereditaria. La ritmicità biologica è da alcuni ritenuta una peculiare caratteristica della materia vivente; la sua sincronizzazione con i ritmi geofisici sarebbe il risultato della selezione naturale che nel corso dei secoli ha permesso alle varie specie il raggiungimento delle condizioni ottimali di sopravvivenza. La bioritmicità non necessita tuttavia di organizzazioni biologiche complesse, in quanto si osserva anche in organismi unicellulari, in colture in vitro di tessuti animali e vegetali, in organi isolati e perfusi. È noto che tutti gli organismi presentano orologi biologici interni che possono essere sincronizzati grazie a tutta una serie di stimoli che provengono dall'ambiente esterno. Probabilmente ogni cellula possiede il suo orologio biologico; le variazioni cicliche che si osservano negli esseri pluricellulari potrebbero essere la risultante dei singoli ritmi delle cellule, coordinati attraverso le strutture del sistema nervoso, gli ormoni e le speciali sostanze che nell'interno delle cellule sono deputate a raccogliere il messaggio endocrino.

Fisiologia: i cicli bioritmici nell'uomo

Nell'uomo si osserva un andamento ciclico di alcuni parametri fisiologici le cui variazioni sono talmente compenetrate nelle abitudini da non essere quasi percepite; si possono citare come esempio di attività fisiologiche periodiche l'intensità delle percezioni sensoriali (sensibilità gustativa), la capacità di memorizzazione, il quadro elettroencefalografico, la velocità di reazione agli stimoli, la funzione respiratoria e circolatoria, la sintesi e la secrezione degli ormoni. Altri periodismi circadiani, come il ritmo sonno-veglia, non soltanto vengono percepiti normalmente, ma con la loro estrema regolarità forniscono all'organismo la principale nozione del tempo. Negli ultimi anni del sec. XX, con il progressivo affinamento dei metodi di indagine biologica, è stato possibile dimostrare una periodicità circadiana a livello di singole strutture o funzioni cellulari, quali il metabolismo delle proteine, la biosintesi degli acidi nucleici, le condizioni di permeabilità della membrana cellulare, i cambiamenti del volume nucleare. Nell'uomo i bioritmi circadiani presentano un andamento molto omogeneo, a volte sovrapponibile, con due periodi di massima attività corrispondenti, il primo alle ore del mattino (10-12) e il secondo a quelle pomeridiane (17-20). Il minimo di attività si osserva sempre nelle ore notturne. Anche nell'uomo i bioritmi non sono una semplice proiezione del ritmo solare, bensì l'espressione di fattori endogeni. Infatti la ritmicità si conserva anche dopo lunghi periodi trascorsi in ambienti chiusi, illuminati artificialmente e sprovvisti di oggetti o apparecchiature capaci di dare un'indicazione del trascorrere del tempo in termini misurabili. Se simili esperimenti vengono protratti per vari mesi si assiste a una desincronizzazione o sfasamento reciproco dei bioritmi fisiologici, con la comparsa di disturbi che sono tipici della reazione organica a situazioni di stress: irrequietezza psichica, tachicardia, aumento della diuresi, ipertensione, ecc. Ciò dimostra che l'organismo, posto in situazioni ambientali anomale e sottratto alla diretta influenza dei periodi geofisici, non perde le proprie attività bioritmiche, ma a lungo andare subisce le conseguenze della loro desincronizzazione. Tale desincronizzazione può essere provocata anche dalla somministrazione di farmaci o di altri agenti chimici, da particolari ritmi o tipi di lavoro, da malattie, da rapidi spostamenti su lunghe distanze. Queste acquisizioni hanno fornito un contributo di grande importanza alla medicina, specie nei settori aeronautico e spaziale, nel campo della tossicologia industriale e della medicina del lavoro. Alterazioni dei ritmi circadiani sono state segnalate per effetto dell'uso abituale di psicofarmaci, dopo trattamenti ormonali e radioterapici, in accaniti fumatori di sigarette. Allo sfasamento dei singoli bioritmi circadiani si attribuiscono i caratteristici disturbi psicosomatici che spesso si manifestano dopo voli transoceanici in direzione est-ovest o viceversa e durante i voli orbitali. È ormai accertato che la periodicità fisiologica non subisce squilibri in rapporto alla collocazione diurna o notturna dell'orario lavorativo, mentre viene seriamente danneggiata dai frequenti spostamenti dello stesso orario. Ciò è scaturito da alcune indagini condotte su operai che modificano spesso il turno di lavoro e su componenti di equipaggi aerei, nei quali, alla frequente desincronizzazione dei bioritmi circolatori ed endocrini, è ricollegabile una certa predisposizione a disturbi funzionali del cuore e all'ulcera gastroduodenale.

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