tèrme

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sf. pl. [sec. XVI; dal latino thermae, dal greco thérmai, pl. di thérmē, calore].

1) Stabilimento, complesso di installazioni annesso a una sorgente termale per l'uso terapeutico delle acque: le terme di Fiuggi. Spesso in toponimi di località termali: Abano Terme.

2) Impianti per bagni pubblici di età romana. § Erano già diffuse, con diverse caratteristiche, nel mondo greco, come dimostrano i bagni di Olimpia, Delo, Gortys di Arcadia, Gela ecc., ma l'esempio più antico è quello delle Terme Stabiane di Pompei (80 a. C.), con impianti separati per uomini e donne e la classica successione degli ambienti, dallo spogliatoio (apodytérion) alla sala con vasca per bagni freddi (frigidarium), a quelle riscaldate con suspensurae e vasche per bagni caldi (tepidarium e calidarium). Massima espressione di questi impianti furono le terme imperiali di Roma, da quelle di Agrippa, Nerone e Tito, oggi perdute, a quelle di Traiano e soprattutto di Caracalla e Diocleziano, le maggiori oggi superstiti. Entro vasti recinti si inseriva, con rigida disposizione assiale e simmetrica, il corpo centrale con frigidarium, tepidarium, calidarium a pianta circolare e laconicum per bagni di sudore. Questo impianto era fiancheggiato da palestre, peristili, biblioteche, sale per conferenze, il tutto con profusione di statue e mosaici. Le terme erano quindi il più importante luogo di trattenimento, di convegno, di attività sportive e culturali dell'antica Roma e impianti termali ispirati a quelli della capitale si diffusero ben presto in tutto il territorio dell'impero, dalla Gallia e dalla Germania all'Africa settentrionale e all'Asia Minore accanto ad altre tipologie dalla pianta non simmetrica, come le terme di Faustina a Mileto.

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