Becán e le altre città Maya

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Tra le due coste – quella del Golfo di Campeche e quella del Mare Caraibico – si trovano centinaia di città maya, alcune isolate o ridotte a singole rovine, altre raggruppate e dotate di splendidi edifici. Una delle prime città fondate dai Maya in quelle regioni fu Becán, che possiede delle imponenti strutture di pietra iniziate intorno al I secolo d.C. nello stile del Río Bec, che denotano l’influenza dei costruttori di Petén (Guatemala). L’apogeo della città risale al II-IV secolo quando furono edificati i complessi piramidali con finte torri, grandi pilastri e ripide scale monumentali. L’intera città era circondata da un profondo vallo circolare con sette ingressi, gallerie e torri. Gli edifici sono raggruppati intorno a tre piazze: la prima, con al centro un altare per le offerte agli dèi, è dominata da quattro piattaforme piramidali con strutture per le osservazioni astronomiche; la seconda piazza è occupata da un grande campo per il Gioco della Pelota, mentre sul terzo piazzale si erge una piramide massiccia con otto ambienti colonnati sulla cima e dieci grandi stanze nascoste all’interno dell’edificio dove, forse, venivano consumati riti individuali come l’autosacrificio.

Un centro politicamente dipendente da Becán era Chicanná – la “casa delle fauci di serpente” –, che deve il suo nome a un edificio la cui facciata consiste in una gigantesca maschera zoomorfa dalla bocca spalancata. Poco si conosce della storia di questo sito, scoperto soltanto nel 1969, ma probabilmente nato come residenza elitaria di persone facoltose, vista la ricchezza decorativa degli edifici e lo splendore degli oggetti di giada, di alabastro e di ossidiana rinvenuti sotto le rovine. L’influenza dell’architettura monumentale dei Maya del Guatemala si nota specialmente a Xpuhil, un altro centro cerimoniale non lontano da Becán, che possiede un vasto edificio centrale scandito da tre torri, a imitazione dei complessi cultuali di Tikal. L’aspetto piramidale delle torri di Xpuhil, con vaste scale e templi, è un puro effetto ottico: i gradini sono troppo stretti e ripidi per essere scalati e dunque sono soltanto decorativi. Sulla facciata delle torri erano applicate grandi maschere di felini, elemento comune nelle architetture delle culture Río Bec e Chenes. Un eccellente esempio dei complessi intrecci a mosaico di pietra dello stile Chenes con influenza puuc è il Tempio di Hochob, costituito da una centrale maschera di Chaac circondata dai simboli del serpente celeste e da sculture associate ai culti dedicati agli esseri sovrannaturali, mentre sulla cresta dell’edificio si erge una serie di statue nella rigida posizione ”sull’attenti”.

Nell’area di Becán sorgeva anche Balamku, un sito maya scoperto appena nel 1990 e ancora in fase di scavo. Tra la fitta vegetazione della foresta si intravedono resti di edifici, gradinate e monticoli a forma piramidale. La costruzione piú imponente è la Casa dei Quattro Re, risalente al Periodo Classico, che ha conservato un bellissimo fregio dove compaiono giaguari, mascheroni, coccodrilli e figure ibride. Grandi mascheroni dagli occhi leggermente strabici venivano scolpiti anche a Edzná nel cuore della regione del Campeche. Qui sorge un centro cerimoniale maya dalla spazialità sconfinata, con immensi piazzali racchiusi da piattaforme e piramidi. La Grande Acropoli è dominata dalla Piramide dei Cinque Piani che risale al VI-VIII secolo e ricorda lo stile degli edifici del Guatemala. Dai glifi presenti sui gradini delle scalinate e delle stele si è potuto risalire a una dinastia di dieci sovrani che governavano Edzná tra il IV e il IX secolo. In seguito molte strutture vennero smantellate e ricostruite, ma al volgere del XV secolo la città risultava completamente abbandonata.