Altri protagonisti della prosa romantica

Le Veglie di Bonaventura, o del nichilismo

Di incerta attribuzione, pubblicate nel 1804 e tra le più singolari opere del romanticismo tedesco, le anonime Veglie di Bonaventura (Nachtwachen des Bonaventura) appartengono bensì al clima romantico ma ne rappresentano l'estremo più notturno e inquietante, antiestetico e iconoclastico, sarcastico e nichilistico. Inizialmente ascritte a C. Brentano, poi a E.T.A. Hoffmann e perfino al filosofo F. Schelling, sono state dalla critica moderna a lungo attribuite a F.G. Wetzel (1779-1819), ma più di recente a E.A.F. Klingemann (1777-1831). Il protagonista di questa sorta di romanzo intenzionalmente antipoetico, figlio di un alchimista e di una zingara, descrive le proprie vicende e riflessioni di guardiano notturno che lotta stoicamente contro il dilagare del nulla. In tutta l'opera, scritta con uno stile contratto e apocalittico, la vita del singolo e l'intera storia figurano irrigidite e pietrificate: l'esasperazione dell'individualismo romantico vi è spinta fino alla nausea esistenziale e alla misantropia, e proprio in questo modo accendendo i lampi critici dello spirito libero che “tiene duro” contro il non-senso.