Le teorie sui mass media

La scuola struttural-funzionalista

Gli autori che si riferiscono a questa corrente analizzano le comunicazioni di massa partendo dall'esame del livello di efficacia e di comprensione di uno specifico messaggio presso il pubblico. Un primo filone, iniziato negli anni '50 con gli studi di B. Berelson, ha portato alla distinzione tra contenuti "palesi" e "latenti". Si è potuto verificare, infatti, che gli elementi oggettivi e reali di un medesimo messaggio possono essere recepiti, interpretati e decodificati in maniera differente da pubblici diversi, accentuando certi aspetti e ignorandone o interpretandone diversamente altri. Il termine latente (di chiara provenienza psicanalitica) starebbe appunto a indicare la presenza di schemi interpretativi propri del ricevente, sulla base dei quali avviene la decodifica e pertanto l'interpretazione del messaggio. Da qui la necessità dell'emittente di considerare il messaggio veicolato suscettibile di interpretazione difforme da quella desiderata. L'analisi del contenuto simbolico, delle valenze emotive della comunicazione mediale, le peculiarità comunicative dei singoli mezzi (della stampa o della televisione, per esempio) costituiscono allora l'ambito privilegiato di indagine di questa direzione di ricerca.