Lessico

sf. (non comune sm.; pl. solo m. echi) [sec. XIV; dal latino echo, che risale al greco ēchṓ].

1) Ripetizione di un suono dovuta a riflessione dell'onda sonora da parte di un ostacolo verso l'ascoltatore; il suono così ripetuto: l'eco rinviava le nostre parole; far eco a qualcuno, fig., confermare le sue affermazioni, i suoi giudizi ripetendone le parole; essere l'eco di qualcuno, ripetere tutto quello che dice, far proprie le sue idee, il suo modo di esprimersi e di agire; farsi eco di un'idea e simili, farsene propagatore. Fig., conseguenza, ricordo, reminiscenza: “una inaspettata retorica, tarda eco della retorica nazionale” (Alvaro); quindi anche strascico di commenti suscitati da un avvenimento, risonanza, scalpore: il fatto ha destato larga eco; avere, trovar eco, suscitare consensi, avere seguito, avere qualche effetto; echi di cronaca, nella terminologia giornalistica, brevi articoli con notizie varie, informazioni e commenti su spettacoli, trattenimenti mondani, ecc.; talvolta anche annunci pubblicitari.

2) Per estensione e analogia con l'effetto acustico: A) in musica, ripetizione con intensità diminuita di un motivo o di una parte di esso, frequente nelle composizioni polifoniche del Cinquecento e in molta musica vocale e strumentale del Seicento (per esempio, nell'Orfeo di Monteverdi); fu usata anche in seguito, fra gli altri da Bach, Vivaldi e Mozart. In particolare, manuale dell'organo, i cui registri, dal timbro molto dolce, fanno eco a quelli della pedaliera e delle altre tastiere. B) Nelle telecomunicazioni, fenomeno che si ha con radioonde o con segnali lungo linee elettriche. C) Per l'eco radar, vedi radar.

Acustica

La percezione precisa di un breve suono riflesso, distinto dal suono diretto, si ha necessariamente a condizione che il secondo suono inizi con un ritardo, rispetto al primo, di almeno 0,1 s; tenendo conto della velocità di propagazione del suono nell'aria occorre quindi che l'ostacolo riflettente sia almeno a 17 m di distanza dall'ascoltatore. Quando si ha un'unica ripetizione, l'eco si dice semplice, in caso contrario multipla (doppia, tripla, quadrupla...). Nelle vicinanze di Oxford, a Woodstock Park, si può ascoltare un'eco che si ripete venti volte.

Telecomunicazioni

Si definisce eco il fenomeno per cui all'ingresso di un ricevitore radiofonico o televisivo possono presentarsi in successione di tempo più segnali dovuti alle stesse radioonde che hanno compiuto percorsi diversi, con tempi diversi, durante la loro propagazione spaziale o ionosferica. Le radioonde spaziali seguono generalmente un tragitto diretto e uno o più tragitti riflessi. Il fenomeno in televisione dà luogo al cosiddetto effetto fantasma. Nella propagazione ionosferica, a causa dei diversi percorsi delle radioonde, si possono avere talvolta echi dovuti a radioonde che tornano a terra nel punto di ricezione, dopo aver percorso uno o più tragitti attorno alla Terra, per successive rifrazioni nella ionosfera. In questo caso i tempi che intercorrono fra i vari segnali che danno luogo all'eco sono sensibili e il fenomeno, particolarmente marcato e avvertibile, è detto eco multipla da propagazione ionosferica. L'eco ionosferica viene utilizzata per studiare la costituzione e le mutazioni periodiche degli strati ionizzati dell'atmosfera. A questo scopo un'emittente invia un breve treno di radioonde verso la ionosfera e successivamente vengono captati e registrati gli echi dovuti alle rifrazioni da parte dei vari strati ionizzati. Fenomeni di eco si hanno anche quando lungo il percorso o al termine di linee bipolari, cavi coassiali o guide d'onda si verificano rispettivamente variazioni dell'impedenza caratteristica o disadattamenti di impedenze dovuti prevalentemente al carico terminale, con conseguente riflessione di parte dell'energia dei segnali trasmessi. Il fenomeno è particolarmente avvertito nelle trasmissioni su canali telefonici, a causa di squilibri nei traslatori differenziali, difetti negli amplificatori ecc., specie nelle lunghe tratte con impiego di stazioni di amplificazione e ponti radio. Esso dà luogo a ritardi che permettono di percepire distintamente la ripetizione della parte terminale o dell'intera parola trasmessa. Questo disturbo alle telecomunicazioni viene eliminato con appositi apparati detti soppressori di eco.

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