Mitologia

(greco Orphéus). Eroe della mitologia greca. È uno di quei cantori mitici di cui è piena la tradizione greca e che sono variamente connessi tra loro genealogicamente o in altro modo. Moltissime sono le varianti genealogiche: la più comune ne fa un figlio di Eagro, un dio-fiume. Ma Orfeo si stacca dagli altri per essere stato assunto a simbolo del movimento mistico dell'orfismo. Celebre il mito che celebra la discesa di Orfeo agli Inferi per riportare alla vita la sposa Euridice morta; con i suoi canti impietosisce gli dei inferi che gli permettono di condur via Euridice, a patto che egli non la guardi prima di essere di nuovo sulla terra; ma Orfeo contravviene all'ordine e perde per sempre Euridice. Diverse versioni narrano della sua morte; secondo una delle più comuni, sarebbe stato ucciso e fatto a pezzi dalle donne tracie; secondo un'altra variante, sarebbe stato fulminato da Zeus per aver svelato i segreti degli dei.

Iconografia

Nei dipinti di Polignoto a Delfi e in tutta l'iconografia arcaica e del sec. V a. C., dalla metopa del tesoro delfico dei Sicioni alla ceramica attica, Orfeo appare con la veste lunga del citaredo o con chitone alle ginocchia, mentre suona alla presenza degli Argonauti, di animali o dei Traci estatici. In alcuni vasi a figure rosse è ritratto seminudo e sanguinante mentre sta per essere ucciso dalle baccanti. La discesa all'Ade e il distacco da Euridice sono raffigurati nei rilievi postfidiaci di Villa Albani e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Dal sec. IV a. C. si diffuse la tipologia di Orfeo in abito orientale ricamato e berretto frigio nella ceramica italiota, nella pittura pompeiana, nei rilievi e in una serie di mosaici policromi di età romana, fra cui bellissimi quelli del Museo di Palermo e della Villa di Piazza Armerina, con Orfeo che suona la cetra tra gli animali. Il mito di Orfeo ha ispirato anche numerosi artisti dell'età moderna, dal Mantegna (Camera degli Sposi nel Palazzo Ducale di Mantova) a B. Peruzzi (Roma, Farnesina), da Luca Signorelli (duomo di Orvieto) a Poussin, Tiepolo, Canova.

Teatro e musica

Fra le opere teatrali ispirate al mito di Orfeo ed Euridice spiccano la Favola di Orfeo (Mantova, giugno 1480) di A. Poliziano, di tono idillico e pastorale, primo esempio di opera drammatica del tutto distaccata dalla religiosità medievale; la commedia El marido más firme di Lope de Vega, l'autoEl divino Orfeo di Calderón de la Barca e la tragedia Orphée di J. Cocteau (Parigi, Théâtre des Arts, 15 giugno 1926, compagnia Pitoëff) che, in un virtuoso equilibrio tra ironia e senso del magico, utilizza il mito come punto di partenza per l'esposizione della propria poetica (lo stesso Cocteau dedicò al personaggio, con il quale si era identificato, due film, Orfeo nel 1950 e Il testamento di Orfeo nel 1960). Molte le elaborazioni musicali dello stesso mito: l'Orfeo (Mantova, 24 febbraio 1607) di C. Monteverdi – su libretto di Alessandro Striggio che presenta analogie con il testo dell'Euridice di Rinuccini –, la cui genialità drammatica si rivela pienamente nella ricchezza inventiva, in grado di superare compiutamente quanto di schematico poteva ravvisarsi nel “recitar cantando” di Peri e Caccini; l'intermezzo Orfeo dolente (Firenze, 1616) di D. Belli; le opere La morte di Orfeo (1619) di S. Landi; Orfeo (Parigi, 1647) di S. Rossi; Orfeo ed Euridice (Vienna, 5 ottobre 1762 e, in una nuova versione francese, Parigi, 1764) di C. W. Gluck, su libretto di R. de' Calzabigi – primo frutto della riforma gluckiana –, di un'intensa ma misurata coerenza drammatica, che abbandona gli schemi dell'opera metastasiana in nome di una nuova essenzialità, preannunciando già i nuovi ideali estetici del classicismo viennese; l'Orfeo di J. G. Naumann (Copenaghen, 1786) e di F. J. Haydn (1791); il poema sinfonico Orfeo (1854) di F. Liszt; l'operetta Orphée aux Enfers (Parigi, Bouffes Parisiens, 21 ottobre 1858) di J. Offenbach su libretto di H. Crémieux e L. Halévy; la scena drammatica La mort d'Orphée (1878) di L. Delibes; il mimodramma Orphée (Pietroburgo, 1914) di Roger-Ducasse; l'opera Orfeo ed Euridice (1923) di Křenek su testo di O. Kokoschka; la trilogia dell'Orfeide (Düsseldorf, 1925) di G. Malipiero; l'opera Les malheurs d'Orphée (Bruxelles, 1926) di D. Milhaud; l'opera da camera in un atto La favola di Orfeo (Venezia, 1932) di A. Casella; il balletto Orpheus (New York, 1948) di Stravinskij, con coreografia di Balanchine. § Nel cinema, è da ricordare il film Orfeo negro di Marcel Camus (1957), trasposizione del dramma in chiave moderna Orfeu da Conceiçao (1955), del poeta brasiliano Vinícius de Morais: notevole la colonna sonora, che ha conquistato il mondo col ritmo nostalgico del samba.

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