Acàia, Principato di-

Stato franco fondato, dopo la IV Crociata e la conquista latina di Costantinopoli, da Guglielmo di Champlitte (1205); esso occupava gran parte del Peloponneso e comprendeva l'Acaia, l'Elide e la Messenia, eccettuati i porti di Modone e Corone, che passarono ai Veneziani. Ampliato e organizzato in forma feudale da Goffredo di Villehardouin (m. dopo il 1212), che aveva concorso alla sua fondazione, divenne sotto i suoi successori, Goffredo II e soprattutto Guglielmo (1245-1278), il principale Stato dell'Oriente latino. L'offensiva del restaurato Impero bizantino privò il principato di alcune posizioni chiave, quali Monemvasia e Mistra (1262) e ne minacciò l'esistenza stessa. Guglielmo si pose allora, per salvare lo Stato dalla minaccia greca, sotto la tutela di Carlo I d'Angiò, re di Sicilia, al cui figlio Filippo diede in moglie la propria figlia ed erede Isabella. Da quel momento l'Acaia divenne una dipendenza del Regno di Napoli che vi fece pesare il suo duro predominio e non tardò a trasformare la tutela in vera e propria signoria (1307). Ceduto da Ottone di Brunswick, marito di Giovanna I d'Angiò, ai Cavalieri di Rodi (1381), il principato fu rivendicato da Giacomo di Baux, duca d'Andria, e conquistato per mezzo di una grande compagnia di venturieri navarresi che vi spadroneggiarono dal 1382 al 1402. Dopo un breve periodo di restaurazione napoletana sotto Ladislao di Durazzo, passò al genovese Centurione Zaccaria (1404), poi, per graduali conquiste, al despota di Morea (Peloponneso) Tommaso Paleologo (1430), cioè all'Impero bizantino. Trent'anni dopo, a sei anni dalla conquista di Costantinopoli, i Turchi di Maometto II occuparono l'intera regione (1460), ponendo fine a una tradizione di civiltà greco-latina che, specialmente tra la metà del sec. XIII e la metà del sec. XIV, aveva avuto nobilissime espressioni.

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