Artèmide

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Mitologia

(greco Ártemis-idos). Dea greca, figlia di Zeus e di Leto, sorella di Apollo, del quale costituisce in un certo senso la complementarità, espressa nella duplice relazione di fratellanza e di opposizione. Come Apollo è “solare”, Artemide è “lunare”; l'uno agisce nella luce, nella città, nell'ordine di Zeus, mentre l'altra agisce nelle tenebre, nella selva, al di fuori dell'ordine civico (o di Zeus). Così si spiega il suo carattere di donna che non sarà sposa, di regina della notte che a volte la fa assimilare alla regina degli Inferi, di selvaggia cacciatrice che abita nel bosco dialetticamente contrapposto alla città, di protettrice di streghe e di culti notturni, di quel mondo, cioè, che sembra sottratto all'impero di Zeus. Ad Apollo la collegano anche i riti di passaggio d'età, in cui Artemide rappresenta il momento dell'adolescenza, mentre Apollo raffigura il giovane già iniziato all'età adulta. La figura di Artemide deriva alla Grecia da una più antica concezione di “signora degli animali”, essere precosmico e primordiale, protettrice dei cacciatori e cacciatrice essa stessa. Il mondo della “signora degli animali”, popolato di ninfe e di altri esseri silvani, è quello che precede il vivere civile in città. È il mondo da cui nasce la città. Così Artemide aiuta a nascere gli uomini (era protettrice dei parti) e li aiuta a rinascere nella condizione di adulti. I Romani assimilarono Artemide con la loro dea Diana.

Iconografia

Nell'età più arcaica è spesso raffigurata con le ali, in atto di stringere per le zampe animali reali o fantastici. In seguito prevale l'iconografia della dea cacciatrice con lungo chitone, capelli sciolti, arco e faretra. Spesso la dea è raffigurata insieme al fratello Apollo. Nei grandi fregi scultorei del Tesoro dei Sifni a Delfi, del Partenone e dell'Altare di Pergamo, Artemide combatte contro i Giganti a fianco degli altri dei. In età ellenistica è raffigurata con un corto chitone in atto di cacciare, accompagnata da vari animali (Artemide di Versailles, Parigi, Louvre). Questa tipologia continua nelle raffigurazioni di età romana. Un particolare aspetto iconografico è rappresentato dall'Artemide dell'Artemísion di Efeso , di età ellenistica (Napoli, Museo Archeologico Nazionale): la dea ha una torre sul capo, col nimbo ornato di grifi, una larga collana sotto la quale si dispongono numerose file di mammelle (ora meglio interpretate come testicoli taurini), un chitone che si stringe verso il fondo decorato a rilievi raffiguranti fiori, frutta, animali reali e fantastici.

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