Federico II (re di Prussia)

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re di Prussia, detto il Grande (Berlino 1712-Castello di Sans-Souci 1786). Figlio e successore di Federico Guglielmo I, è da considerarsi tra i fondatori della potenza prussiana, per il rafforzamento politico, militare, amministrativo ed economico che impresse al Paese, facendone il più temibile concorrente dell'Austria nei Paesi tedeschi. La sua giovinezza fu dedicata a studi filosofici, letterari e artistici che lo avvicinarono all'Illuminismo. Salito al trono nel 1740, avviò in Prussia una serie di riforme, sulla linea già percorsa dal padre. Favorì le industrie e i commerci abolendo dogane interne, facendo aprire canali tra Elba e Oder, semplificando il sistema fiscale e adottando criteri statistici per forme di pianificazione economica. Completò la riorganizzazione del governo istituendo vari ministeri, tra cui la Regia (1766), le Poste e le Miniere (1768), le Foreste (1770), e al tempo stesso accentrandone rigidamente il controllo nella propria persona. Il suo dispotismo illuminato dette tra gli altri frutti un nuovo Codice di Procedura (1747) e un Codice Civile (Corpus iuris federicianum, 1745-51), la prima opera del genere profondamente e organicamente ispirata ai principi del diritto romano. Lo sforzo maggiore fu dedicato all'esercito, già in parte formato con la coscrizione obbligatoria, che vantava un ottimo corpo di ufficiali e di sottufficiali e un'efficiente organizzazione di stato maggiore. Federico II perfezionò la fanteria e addestrò la cavalleria alla carica da condursi al galoppo in linee serrate; per quanto riguarda l'artiglieria adottò batterie a cavallo per accompagnare comunque l'azione della cavalleria. Geniale tattico e abile stratega, rivoluzionò gli schemi della battaglia campale: fondendo mirabilmente fuoco, manovra e urto, dirigeva lo sforzo maggiore contro una delle ali nemiche per travolgerla e avvolgere tutto il dispositivo avversario. Per tali premesse e per la particolare situazione internazionale fu possibile l'espansione territoriale e l'affermazione della Prussia nelle principali guerre europee del secondo Settecento. In quella di successione austriacaFederico II si inserì a danno di Maria Teresa (vittorie di Mollwitz, 1741; Hohenfriedberg e Kesselsdorf, 1745) conquistando in diverse riprese la Bassa Slesia (1741), l'Alta Slesia e Glatz (1742), fino alla Pace di Dresda (1745) con cui si assicurò i nuovi territori in cambio del riconoscimento della successione di Maria Teresa. Il rafforzamento dell'Austria, dopo l'alleanza con la Francia (Trattato di Versailles, 1756) spinse Federico II all'alleanza con l'Inghilterra (Convenzione di Westminster, 1756). Si iniziò così la guerra dei Sette anni; nella prima fase (1756-57) Federico II batté i Francesi a Rossbach e gli Austriaci a Leuthen (1757), dopo essere stato respinto in quello stesso anno all'assedio di Praga. Nella seconda fase perfezionò la strategia e l'organizzazione militare, cogliendo brillanti vittorie (Zorndorf, 1758 e Torgau, 1760), ma le forze avversarie lo tenevano praticamente accerchiato, occupando anche parte dei suoi territori. Decisiva fu la pace pattuita con il nuovo zar di Russia Pietro III nel 1762; nell'anno successivo anche Maria Teresa trattava la pace a Hubertsburg. Conservata la Slesia, nonostante i continui tentativi revanscisti del Kaunitz, Federico II (re di Prussia), approfittando del contrasto austro-russo per i Balcani, convinse l'Austria ad accettare la spartizione della Polonia, da cui ricavò nuovi acquisti nella Prussia occidentale (1772); contrastò energicamente il tentativo austriaco di annessione della Baviera nella guerra di successione (1779): il suo sforzo valse l'adesione di numerosi principi tedeschi a una lega antiasburgica, il Fürstenbund (1785). Non meno importante fu l'opera di Federico II sul piano culturale: promosse la frequenza obbligatoria delle scuole parrocchiali e riorganizzò l'Accademia berlinese per le Scienze e le Arti. Persona di vasta cultura egli stesso, lasciò diversi scritti, tra cui le Considérations sur l'état présent du corps politique de l'Europe (1738) e l'Antimachiavel (1739), in cui espose la teoria secondo la quale il principe è il primo servitore dei suoi sudditi. Profondamente imbevuto di cultura francese, amico di Voltaire, che volle accanto a sé a Berlino (1750-53) e col quale mantenne a lungo una, a volte graffiante, corrispondenza, così come ebbe intensi scambi epistolari con i più vivaci intelletti europei del tempo; mostrò grande interesse per la letteratura e le arti. Eclettico, scrisse di politica, di storia, di religione, di tecnica militare, compose versi, epitaffi, lasciò un importante testamento politico, vaticinò la nascita di una letteratura classica tedesca, si occupò dello sviluppo dell'economia prussiana e fu mecenate e collezionista. Raccolse nelle sue residenze un'imponente collezione di sculture antiche (ca. 5000) e di dipinti di autori francesi del Settecento (Watteau, Boucher) e di italiani e fiamminghi del Cinque e Seicento (Correggio, Veronese, Rubens, van Dyck), poi divisa in numerosi musei tedeschi. Ebbe inoltre grande interesse anche per la musica. Amava il flauto e lo suonò egregiamente alla guida di un suo complesso orchestrale fondato nel 1732. Nel 1740 fondò l'Opera Reale di Berlino e da quello stesso anno al 1767 chiamò a corte come clavicembalista Carl Philipp Emanuel Bach, figlio di Johann Sebastian; quest'ultimo gli dedicò la raccolta di composizioni strumentali dell'Offerta musicale (1747, e seguenti).

Bibliografia

T. Schieder, Federico il Grande, Torino, 1989; L. Casati, Federico II di Prussia, Milano, 1990; P. Gaxotte, Federico II re di Prussia, Novara, 1990.

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