Selinunte

(gr. Selinûs-ûntos), antica città della Magna Grecia le cui rovine si trovano nei pressi del litorale di Castelvetrano (provincia di Trapani). Fondata nella seconda metà del sec. VII a. C. da un gruppo di coloni calcidesi di Megara Iblea, rappresentò l'avamposto dei Greci sulla costa meridionale della Sicilia. Nel corso del sec. V ebbe frequenti scontri con Segesta. Nonostante l'appoggio dei Siracusani, ai quali rimase fedele anche durante la spedizione ateniese in Sicilia, fu distrutta nel 409 da Cartagine. Nel 250 a. C. i Cartaginesi la devastarono nuovamente, trasferendo la popolazione a Lilibeo. § I tre nuclei maggiori riportati alla luce dagli scavi archeologici sono l'acropoli, la zona dei templi e il santuario di Demetra Malophoros. Sull'acropoli, oltre ai templi A, C e D, è emerso chiaro il reticolato regolare dell'impianto urbanistico. Numerose abitazioni e le potenti difese verso terra sono attribuibili alla fase punica. Nella zona orientale, oltre il corso del Cottone, sono i templi E, F, G. Il santuario di Demetra Malophoros è un complesso assai antico comprendente il tempio alla dea e due recinti, di Zeus Meilichios e di Ecate Propylaia. I templi selinuntini sono assai importanti sia per la storia dello sviluppo delle forme architettoniche doriche dalla metà del sec. VI al 480 a. C. ca. (un solo piccolo tempio, il B, è ellenistico), sia per la decorazione plastica che all'architettura si accompagnava (gruppi di metope di vari templi, oggi al Museo di Palermo). Tra gli esemplari di scultura selinuntina va ricordato anche l'Efebo bronzeo (metà del sec. V a. C.).

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