Sistema immunitario e sistema nervoso centrale

Il sistema immunitario e il sistema nervoso centrale hanno molte analogie, in particolare per quanto attiene alla funzione della loro cellula fondamentale: il linfocita per il sistema immunitario e il neurone per il sistema nervoso centrale.


I linfociti dotati di memoria specifica sono circa quaranta miliardi, numero coerente con la memoria biologica di tutti gli antigeni con cui l'organismo è venuto a contatto nella filogenesi fino all'uomo.


Il sistema immunitario, attraverso le citochine e i linfociti, partecipa attivamente alle difese dell'organismo e, proprio attraverso i linfociti, libera anch'esso sostanze endocrine e neuropeptidi analogamente al sistema nervoso centrale.
La comunicazione di tutte le sostanze endocrine e neuropeptidiche prodotte dal sistema nervoso centrale e dal sistema immunitario avviene attraverso i recettori. Questi sono proteine situate sulla superficie cellulare che trasmettono segnali all'interno della cellula in seguito al legame con i mediatori per i quali hanno specifica affinità.
 

Le molecole che attivano i recettori si combinano in essi come fa una chiave nella serratura. Con la chiave molecolare al suo posto, il recettore cambia configurazione e dà origine a una serie di eventi all'interno della cellula che possono portare ad azioni specifiche dentro questa stessa. Esistono diversi tipi di recettori collocati sulle varie cellule diffuse in tutto l'organismo: per la maggior parte essi, che sono sostanze prodotte naturalmente dall'organismo come gli ormoni e i neurotrasmettitori, si adattano alla "serratura".


Nel sistema nervoso centrale molti psicofarmaci interferiscono con i recettori alterandone la funzionalità: possono infatti bloccarli, inibendo una particolare funzione, o attivarli, rendendo il loro segnale più intenso e prolungato. A seconda del tipo di recettore e del tipo di neurone con cui lo psicofarmaco interferisce si possono pertanto ottenere effetti diversi, dall'eccitazione, all'euforia, alla sedazione. I neurotrasmettitori, cioè piccole molecole quali acetilcolina, dopamina e serotonina, interagendo con il recettore neuronale, possono eccitarlo o inibirlo. In sostanza, questa intricata rete di recettori e neurotrasmettitori, disseminata in tutto l'organismo, rappresenta proprio il complesso sistema che, mettendo in comunicazione psiche e soma, rende possibile la spiegazione di alcuni fenomeni di terapia spontanea descritti in medicina.


È noto, per esempio, come l'ipnosi, spontanea o indotta, possa accelerare il rimarginarsi di ferite, provocare infiammazioni, elevare o ridurre la pressione arteriosa, aumentare la temperatura corporea. Tali fenomeni sono stati osservati e sfruttati con buoni risultati nella cura di ustioni gravi, dove l'afflusso di sangue alle zone colpite è determinante per il successo del processo curativo.

Nel 1887 Joseph Delboeuf, scienziato e filosofo belga, esperto di ipnosi, provocò con un ferro rovente due piccole bruciature sulla cute di un paziente ipnotizzato, dicendogli che una gli avrebbe fatto male, l'altra no. Sul punto che egli aveva indicato come indolore comparve solo un segno scuro asciutto; mentre su quello dolente si sviluppò una vescica che fece suppurazione e lasciò una cicatrice.